I MEDICI-GAY ed i pazienti LGBT di ogni medico!
Raccolta e analisi di casi personali, clinici, tra colleghi e di fantasie sull'omosessualità di medici e pazienti.
di Manlio Converti

LA RISPOSTA di un FIGLIO FtM

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2 ottobre, 2013 - 23:25
di Manlio Converti

Sono un ragazzo transessuale di 23 anni, anagraficamente nato femmina ma in transizione verso il mio genere maschile di appartenenza.

Sono stato molto toccato dalle parole di questo Padre, forse perché il mio è venuto a mancare prima che potessi rivelargli la mia "classificazione" e con classificazione intendo la scoperta di come potevo essere catalogato all'interno della comunità. E' sempre difficile dare una definizione a dei sentimenti o un particolare sentire. Scoprire cosa significasse il termine FTM, per me, fu una boccata di ossigeno: non ero pazzo. Era qualcosa che poteva capitare, e capitava a tanti. Un corpo femminile che non rispecchiava la mia giovane mente di ragazzo.

Voglio credere che mio padre non aveva bisogno di sentirselo dire, non aveva bisogno dell'etichetta. In cuor suo io so bene che già sapeva ,seppur non in gergo tecnico cosa sua figlia sentisse, che sua figlia avrebbe tanto desiderato e voluto essere suo figlio  anche esteriormente.

Tra noi, gente semplice alla buona, a tratti anche fredda e scorbutica, cresciuta senza tanti fronzoli di internet o contatti verso il globale, l'unica cosa che poteva salvarci era il nostro Sentire. Mio padre mi sentiva. Sentiva le mie paure, i miei timori, il mio credere "oddio sono pazzo" anche solo a desiderare un piccolo segno di virilità sul mio corpo.

Credetemi, prima di scoprire che come me c'erano tanti ragazzi, che non ero il solo ad avere questo enorme disagio, ho provato ad essere ciò che il mondo si aspettava da me. Ho provato con tutte le mie forze a tentare di essere una ragazza, ho provato ad annullare il mio Essere, ho tentato di essere una ragazza come tante. Ed ero infelice, molto infelice. Con la morte di mio Padre ho capito che dovevo farmi forza, dovevo salvare me stesso. Non è stato un passaggio semplice questo, ma credo che sia stato puro istinto di sopravvivenza. Ho iniziato lentamente a non conformarmi allo stereotipo di ragazza, che mi sforzavo di seguire con scarsi risultati.

E poco dopo la svolta scoprii che esistono dei transessuali che vanno oltre l'idea propinata dai mass media. Esistono gli FTM !

Ecco che le mie paure, il mio "oddio sono pazzo" veniva a tratti condiviso dalle paure di tanti altri che le vivevano contemporaneamente a me o che a tratti facevano parte del loro passato. Esiste la via d'uscita da questo tunnel che , soprattutto nell'adolescenza, mi toglieva la serenità.

Questa è una piccola parte della mia storia che voglio condividere con Tutti per cercare di darVi un punto di vista diverso, una prospettiva che quel padre che chiama “sua figlia” chi in realtà desidererebbe essere chiamato “suo figlio”, magari attualmente non riesce a darVi.

Leggo tanta paura nelle sue righe, e credetemi, leggo tanta paura anche negli occhi di mia madre, che dopo un anno dal mio coming out ancora non riesce a capire come sia possibile, o usando le sue parole "come sia mai potuto succedere".

Vede caro Padre, non c'è nulla che possa far scaturire questa condizione. E non c'è nulla che possa farla passare, se non il raggiungimento di quello che la nostra mente ci implora. Se esistesse un'altra via d'uscita non crede che ne saremmo più che felici anche noi? Non è un modo per mettersi in mostra, ci sono tanti che si mettono in mostra e di certo non lo fanno facendo una terapia ormonale.

E' un esigenza, un qualcosa che per la nostra serenità, non è sostituibile con nient’altro.

Pensi di svegliarsi una mattina, credendo di essere sempre il solito "figlio del '68" , andare a lavarsi il viso e vedersi dei lineamenti dolci, femminili. Pensi di abbassare lo sguardo e vedere due seni e ancora pensi di essere una donna. Potrebbe essere il peggior incubo in cui Lei potrebbe entrare. E' l'incubo che suo figlio vive da 22 anni.

E' l'incubo da cui suo figlio ha deciso di uscire, e anche se secondo voi prima era felice, voi non siete lui e non potete capire come lui si sentisse: quello che vi faceva vedere probabilmente era quello che volevate vedere voi.

Non c'è nulla che possa far soffrire di più un figlio che deludere i propri genitori. Ma non c'è nulla che possa far soffrire di più se stessi che annullare ciò che siamo.

Non dia per scontato che sia uno sbaglio, non dia a suo figlio dello Sbagliato. Non pensiate che la comprensione di se stesso da parte di vostro figlio nasca da uno sbaglio. Nessuno vorrebbe sentirsi dire che è nato da un errore o che è il frutto di un errore. A prescindere da chi l'abbia commesso. Quello di cui ora ha bisogno è capire ed esternare se stesso. Siete al primo passo di quello che è un lungo percorso, che poterà tutti voi ad essere persone diverse, migliori.

Quando sono stato con mia madre da una psicologa ( e fidatevi che la paura era molta, potendo scegliere forse a caldo non lo avrei fatto nemmeno io, solo con il senno di poi sono felice di averlo fatto) la psicologa mi spiegò che mia madre era come in elaborazione un lutto. Ecco questo mi fece molto male.  Vi prego, da persona che ci sta passando, non pensiate che chi c'era prima sia morto. Non vi è nessun lutto in gioco, non state seppellendo nessuno. Si tratta di un’evoluzione, di un qualcosa che prima credevate certezza e che ora, con voi, si tramuterà in altro.

Prendetevi del tempo e date del tempo: se noi ci abbiamo messo quasi vent'anni (alcuni anche 30 o 40) per capire come essere noi stessi, non pretendiamo che le persone che ci amano lo capiscano subito. Vedrete che i professionisti del MIT oltre che aiutare Voi e i vostri cari lavoreranno in modo da rendere possibile un incontro a tre, come tanto desiderate. E' un passo fondamentale che non può essere evaso. Forse, non siete voi che avete bisogno di essere pronti a questo, ma lui.

Tenete presente che la prima volta che vi ha esternato il suo Sentire la madre è finita in ospedale, la sorella ha dato in escandescenza e Lei continuava ad evidenziare ciò che di più orribile poteva essere in lui. Forse ha paura che riaccadano fatti simili.

Un'ultima cosa che, dato che è stata messa ben in risalto non posso non commentare, trovo inappropriato il collegamento che ha fatto tra transessualità ed omosessualità. Entrambe non sono scelte, nessuno sceglie di essere transessuale né omosessuale. Un omosessuale nasce omosessuale e non può "ridiventare" etero. Può provare ad essere etero, per rifiuto di se stesso, per tentare un’omologazione, per timore della società.

Esattamente come Lei, se vivesse nel timore di essere preso a botte solo per tenere mano nella mano la sua compagna, si sforzerebbe di farsi piacere gli uomini. Portare una maschera rispetto a ciò che siamo non elimina la realtà che c'è alla radice.

Essere gay significa identificare il proprio orientamento sessuale.

Essere un uomo o una donna o un transessuale FTM o una transessuale MTF significa identificare la propria identità di genere. Due cose completamente diverse.

Mi perdoni se mi sono permesso di rispondere alla Sua lettera, alla quale probabilmente visto il contesto, cercava un parere più tecnico e scientifico del mio.

Le auguro, a Lei e a tutta la Vostra famiglia, di amplificare il vostro Sentire e di non dare addito a quello che la Società in generale si aspetta.

Cordialmente  AR

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