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di Redazione POL.it

4 SINTETICI RACCONTI PATETICI di Enzo Costa

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12 ottobre, 2013 - 17:50
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                                                                         ALTROVE

Guida veloce, come gli capita quando è preso da troppi pensieri, nella strada buia, piena di curve a tradimento come agguati. Ma è in uno dei pochi rettilinei che sente un tonfo sordo che fa vibrare l’auto: pensa di aver messo sotto qualcuno. A non farlo fermare, più della paura, è il rinnovarsi della distrazione: un attimo di sgomento e poi la mente è di nuovo altrove, a vagare nei tornanti impercorribili della sua vita. Ma dopo sei doppie curve torna in sé e si ferma: deve aver investito un animale o una persona, deve guardare se c’è del sangue. Scende, non ce n’è. In automatico, si rimette in marcia con i pensieri. Sente un altro tonfo, fortissimo.

L’ULTIMO PIANO

Oggi è metodico e premuroso come sempre. Lascia l’auto parcheggiata all’ombra, con un finestrino abbassato, e non la chiude. Vuole che Tac, il suo segugio, non soffra il caldo, e che sia possibile liberarlo. Ma oggi è più metodico e premuroso per se stesso: all’ascensore farà una manutenzione speciale. Ha verificato che lo si può disattivare dai comandi esterni, entrarci, chiudersi dentro e rimanere bloccati. Ha appurato che tutti i condòmini sono via. Esegue compiaciuto l’intera operazione in un silenzio afoso. Ha calcolato che entro tre giorni morirà soffocato. Dopo sei ore, Tac è libero e lui chiede aiuto urlando disperato.

UNA MOMENTANEA AVARIA

La luce filtra dalla tapparella abbassata parzialmente, raggiunge l’angolo sinistro della scrivania, colpisce metà della foto incorniciata del matrimonio, soccombendo poco dopo alla prepotente illuminazione artificiale della sala open space disseminata di colleghi piegati sui pc. Il suo è andato in blocco, e il tecnico che ci sta lavorando gli fornisce una prima diagnosi rassicurante: “Dev’essere una momentanea avaria”. Lui non segue i dettagli susseguenti, incantato da quel soffio di luce naturale mai notato prima, che gli estorce un pensiero: dovrei scappare via. Concorda: dev’essere una momentanea avaria.

SMARRIMENTI

Non ha saputo indicare la strada per il tribunale, dove ha lavorato quarant’anni. Si era accostato con l’affabilità di sempre all’uomo che si aggirava con aria smarrita, ed alla sua richiesta aveva pensato a una benevola ironia della sorte: toccava proprio a lui indirizzare al luogo nel quale aveva passato gran parte della sua vita. Solo che quel luogo non c’era più: scompariva mentre era intento a raggiungerlo con le parole, gli si parava davanti un muro accecante, lo scartava ma finiva in una stradina stretta, mai vista, provava con un altro percorso che però dava su una voragine. Si compiace di essere rincasato sbagliando strada solo una volta.

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