I conservatori credono di più alle bufale in rete?

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23 gennaio, 2017 - 12:00
Recentemente Buzzfeed ha analizzato diverse pagine politiche su Facebook, di diversi orientamenti ideologici.
La conclusione dell’analisi dei dati e dell’engagment prodotto dalle diverse pagine, è che le tre pagine più di destra e che supportano Trump, pubblicano circa il doppio di fake news e bufale rispetto a quelle di altri orientamenti politici.
La stessa inchiesta ma con metodologie di ricerca diverse, è stata condotta sulle pagine web e di Facebook legate alla galassia Casaleggio associati e M5S.

La conclusione di Buzzfeed, ripresa dalla famosa giornalista della Cnn, Amanpour, è che il movimento populista capeggiato dal comico Beppe Grillo, è il più grande diffusore di bufale on line in Italia. Istintivamente viene da pensare che il motivo per il quale populisti di destra credano più a bufale on line e complotti sia legato ai Confirmation bias o a scarso livello intellettivo ma la ricerca del professor. Dan M. Kahn della yale University, dimostra che la tendenza a manipolare le nuove informazioni per supportare e confermare le nostre ideologie o credenze, non ha preferenze ideologiche. Ovvero sia un liberale molto abile nei numeri, sia un conservatore, o un Dem, tendono in egual modo a confermare notizie che fanno psicologicamente comodo. Molto probabilmente, dunque è il livello di engagement dei diversi elettori, la motivazione , che li spinge a credere più facilmente a notizie che supportino i loro leader o movimenti politici. Questo sarebbe coerente con il fatto che i populisti hanno riportato al voto persone che prima si astenevano, creando motivazione che fa perno sulla rabbia di quegli ex elettori o starnuti che per anni non si sono sentiti ascoltati. Indubbiamente scagliarsi contro l’establishment , il padre cattivo e snaturato che ci ha abbandonati e fregati, ha stimolato e motivato emozionalmente e poi cognitivamente, molti potenziali elettori che per tempo erano rimasti silenti e demotivati. Una ricerca del professor John Jost dell’università di New York, basata sul “need of cognition”, dimostra che i liberali sono molto più predisposti a a pensare in modo critico rispetto ai conservatori, coerentemente con il concetto di apertura e chiusura mentale della personalità autoritaria. Stefan Pfattheicher, dell’Università di Ulm, conferma: “ i conservatori sono meno riflessivi durante il processo di elaborazione cognitiva delle informazioni”. Lo stesso ricercatore ha dimostrato che più si è conservatori più si tende a credere a “ Nonsense”. Molto più probabilmente più si è conservatori ed autoritari, meno si ha la mente elastica per via di resistenze psicologiche a considerare delle realtà o opinioni diverse dalla nostra. Jost recentemente sul Washington Post ha contraddetto il professor Kahn affermando che più di 11 recenti ricerche dimostrerebbero che il liberali tendono ad avere migliori performance cognitive dei conservatori “. Indubbiamente lo stato della ricerca deve svilupparsi ma tutto ci porta a pensare che grazie al grande accumulo di dati possibile attraverso Facebook e internet, sarà ampiamente confermata la tendenza degli elettori di destra a credere alle bufale. Indubbiamente sono i siti di destra populista i maggiori diffusori di teorie cospirazioniste e fake news e questo non da oggi: basti pensare alla diffusione nel passato dei protocolli dei savi di sion che tuttora sono ritenuti veri da molte persone. A mio avviso le ricerche cognitive dovrebbero integrarsi con concetti psicoanalitici come gli assunti di Base di Bion, il bisogno di padre e uomo forte, e i miti fondanti dei gruppi. Molto interessante sarebbe inoltre esplorare il piacere inconscio e crudele nell’identificare il nemico nello straniero e più debole. sadismo tipico del narcisismo e della depressione dovuti alla mancanza di realizzazione personale. Noi psicologi, psicoterapeuti e psicoanalisti, soprattutto in Italia dovremmo fare fronte comune a prescindere dalle ideologie e in nome delle scienza, convento sul fatto che una popolazione di elettori che torna al pensiero magico, è potenzialmente pericolosa, così come lo sono tutte le regressioni. La psicologia politica in Italia è poco studiata, non ci sono master o phd o indirizzi di laurea, a differenza dei paesi anglosassoni. Eppure noi potremmo dare un forte apporto alla società e la suo benessere, invece di rifugiarci nelle nostre ricerche private o nel nostre conquiste personali e narcisistiche. un atteggiamento un po’ snob che dovremmo superare.

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