Riflessioni (in)attuali
Uno sguardo psicoanalitico sulla vita comune
di Sarantis Thanopulos

MISURARE L'ORGASMO FEMMINILE....

Share this
16 settembre, 2018 - 08:59
di Sarantis Thanopulos
La rivista “Plos One” ha pubblicato il 29 Agosto una ricerca condotta da un’equipe dell’Università di Tor Vergata a Roma, coordinata da Emanuele Jannini. Oggetto della ricerca è la messa a punto di un “orgasmometro” in grado di misurare la percezione soggettiva dell’orgasmo nelle donne sofferenti di disfunzioni sessuali.



L’orgasmometro femminile deriva da uno analogo strumento, già in un uso in andrologia, che misura l’intensità dell’orgasmo nei maschi. Riproduce lo schema di di un test psicometrico che valuta la percezione soggettiva dell’intensità del dolore fisico. Già con questa loro scelta i ricercatori sono scivolati, al primo passo, in una caduta definitiva, irreparabile: il dolore fisico è invasivo, sospende la complessità dell’esperienza, crea l’esigenza impellente di liberarsene; il piacere orgasmico è psicofisico, ama la complessità e la persistenza della tensione che lo determina.  
Come accade con tutti i misuratori, supposti scientifici, dell’esistenza, anche gli studiosi di Tor Vergata, endocrinologi e sessuologi, usano parametri grossolani e metodi di calcolo sofisticati. Cercano di dare misurazione oggettiva a una dimensione soggettiva. Definiscono percezione soggettiva dei vissuti la loro oggettivazione quantitativa (ho mangiato, ho sofferto, ho goduto poco, abbastanza, molto). Alterano così profondamente il rapporto tra segno oggettivamente percepibile di un’esperienza e il suo dispiegamento soggettivo che la rende esperibile, sottomettendo il secondo al primo.
La percezione soggettiva di un’esperienza è indissociabile dall’esperienza stessa. Ogni volta che la oggettiviamo, ne usciamo. Per accordarla alle condizioni oggettive in cui prende forma, in modo da proteggerla e facilitarla, o per liberarsene perché non riusciamo a reggerla. Il calcolo delle quantità in nessun modo può dar conto della qualità di ciò che viviamo contenente necessariamente un “non so che” di imprevedibile e incalcolabile. Per fortuna viviamo ancora in un modo in cui i robot
non hanno sostituito i cuochi (per fare un esempio meno impegnativo dell’orgasmo). Va da sé che la pasta affogata nella panna non è digeribile. La misurazione delle quantità supporta la vita, non la sostituisce.
L’orgasmometro misura, in realtà, solo se stesso, ciò è di moda in certi ambienti scientifici. A Tor Vergata si afferma che “costruirsi le esperienze, riconoscere i segnali del proprio corpo, seguirli e abbandonarvisi, capendo quando è il momento di perdere il controllo” consente di raggiungere un orgasmo intenso. È difficile godere se ci si concentra a leggere i segnali e saper stabilire il momento giusto per perdere il controllo è assai incompatibile con la possibilità di perderlo veramente. Senza tener conto del fatto che il problema reale (squisitamente di natura psichica) è la paura tout court di lasciarsi andare, a cui nessun calcolo dei tempi può porre rimedio.
Probabilmente i ricercatori romani scambiano l’abbandono e l’orgasmo con la scarica da ritardare. Il loro lavoro è infatti impostato sulla sessualità maschile. Dicono che l’uomo raggiunge l’orgasmo quasi in ogni condizione, mentre  per la donna è più difficile. Maschio-centrici scambiano il godimento profondo con l’eiaculazione. Ignorano la seconda disfunzione sessuale maschile, oscurata dal fenomeno drammatico dell’eiaculazione precoce: l’eiaculazione ritardata che si realizza come sfogo, senza  diventare orgasmo.
Il sapere tecnico può sostenere l’esperienza. Quando se ne appropria, la desoggettiva: la trasforma in un agire costruito a tavolino, uno schema comportamentale riproducibile a commando che produce un piacere meccanico.

 

> Lascia un commento


Commenti

Contribuire ai beni che si usano non è un'obbligo è un'oppotunità e un segno per me di civiltà.
Se la vostra risposta è la seconda e non avete ancora fatto una donazione è il momento di valutare di dare davvero una mano a Psychiatry on line Italia.
Vi è un solo modo per farlo:
FARE UNA LIBERA DONAZIONE ALLA RIVISTA e lo potete fare tramite BONIFICO all’IBAN IT83W0306909606100000121875 intestato, presso BANCA INTESA - SAN PAOLO, a ASSOCIAZIONE PSYCHIATRY ON LINE ITALIA - Via Provana di Leynì 13 Genova, oppure potete usare il nostro account PayPal connesso all’email boll001@pol-it.org
Grazie per ciò che farete, grazie dell’attenzione.

Psychiatry on line Italia NON E’ un account di Facebook, non è un blog personale creato sopra una piattaforma gratuita e dietro ogni nuovo articolo o ogni nuovo video vi sono costi VIVI non supportati da pubblicità o altro che ricadono TOTALMENTE SULLE MIE SPALLE.
Ci sono oltre 7900 articoli negli archivi di POL.it e oltre 1550 video caricati sul Canale Tematico Youtube: nessuan realtà di rete in Italia può vantare una tale massa di contenuti frutto certo della contribuzione volontaria di chi ha scritto ma pure del lavoro volontario di chi ha assemblato tutto regolarmente ogni giorno ininterrottamente dal 1995!!!
FARE POL.it COSTA SOLDI SPESI, NON MANCATI GUADAGNI!!!!!

AIUTARE LA RIVISTA E’ FACILE lo puoi fare tramite BONIFICO all’IBAN IT23A0335901600100000121875 Intestato, presso BANCA PROSSIMA, a ASSOCIAZIONE PSYCHIATRY ON LINE ITALIA - Via Provana di Leynì 13 Genova, oppure puoi usare il nostro account PayPal connesso all’email boll001@pol-it.org


Totale visualizzazioni: 20354