Presentazione Saggio "La Città e le sue emozioni" - Passione, lutto e inerzia nella società civile"

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26 maggio, 2019 - 12:44
Autore: SARANTIS THANOPULOS
Editore: Edizioni ETS
Anno: 2019
Pagine: 86
Costo: €10.00
Secondo il filosofo Bung-Chul Han , la  società del nuovo millennio non può più essere letta come società della disciplina.  È diventata, a tutti gli effetti, una società della prestazione. In realtà tra società della disciplina e società della prestazione esiste una continuità perfetta. La seconda è la realizzazione estrema della prima. L’agire performante a cui la società di oggi è più che mai votata, ha come suo modello inconsapevole l’efficienza perfetta di una macchina che riproduce instancabilmente il proprio funzionamento. La disciplina allo stato puro.
La discontinuità davvero inquietante sta nel passaggio da una situazione in cui all’ordine normativo si opponeva la ribellione, a una situazione in cui alla norma fa da corollario, che ne rafforza il potere,   l’astensione. Vivere, astenendosi dal vivere, è una tendenza diffusa, contagiante. Il rifiuto di essere ingranaggi  di dispositivi impersonali, meccanici sfocia in esistenze inerziali, immobili che solo in apparenza sono in contrasto con la coazione a fare. L’agire performante produce in effetti inerzia, è un meccanismo che trasforma la profondità in superficialità, il sentire in anestesia, la differenza in uniformità, in-differenza. La norma ha catturato la sua contestazione, l’ha integrata nel suo metabolismo.
L’astensione dal vivere, che crea un vuoto rischiosissimo nel cuore della Città, della Polis, produce una de-civilizzazione dell’esistenza, una desertificazione culturale. La cultura, intesa come complessità e profondità del vivere, è opera di un popolo di cittadini, il cui desiderare, sentire, pensare e agire si costituisce nell’ambito di una società civile, fatta di relazioni paritarie sul piano dei desideri, delle idee e dei diritti. Prende forma negli spazi creativi ricchi di fermenti in cui l’impegno nei confronti della vita condivisa si manifesta in modi irriducibili alla falsificazione, alla contraffazione. Questi spazi, una moltitudine di espressioni culturali originali, dialogano tra di loro senza operare espropriazioni del terreno comune di incontro. Si realizzano come differenze che si rispettano perché si co-costituiscono: si configurano e si definiscono attraverso il loro incessante relazionarsi. Accettano e usano il conflitto e il contraddittorio, temono il vantaggio improprio, e invalidante per la propria verità, conquistato attraverso una posizione di potere.   
Alla cultura, fatta di declinazioni plurali che le conferiscono un carattere critico, si oppone l’uniformazione delle modalità espressive, dei gusti e delle azioni che si impone in due modi. Da una parte perverte ogni cosa in bisogno compulsivo, crea un modo di consumatori che annientano ciò che consumano. Dall’altra scollega, con violenza invisibile, i luoghi in cui piacere e dolore diventano sapere e saggezza del vivere, condivisione di modalità particolari ma complementari dell’esistere, e li converte in “nicchie di resistenza” isolate l’una dall’altra, facili da silenziare. Lo scollegamento lascia via libera alla connessione “globalizzante” di voci impersonali, alla clonazione perpetua del nulla.
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