IL SENTIERO DELLA RICERCA
Metodologie e tecniche della ricerca psico-sociale
di Giulia Virtù

INTRODUZIONE ALLA RUBRICA IL SENTIERO DELLA RICERCA

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11 gennaio, 2020 - 12:01
di Giulia Virtù

Attraverso gli articoli di questa rubrica, Giulia Virtù (SISSA, Trieste), ci condurrà attraverso i concetti fondamentali della metodologia della ricerca psico-sociale, spiegati in modo comprensibile e chiaro. Un approfondimento su queste tematiche ha come obiettivo ultimo facilitare l'esplorazione della letteratura scientifica in ambito "PSI" (ma non solo), per giovarsi di "migliori" fonti e con maggiore consapevolezza a riguardo dei diversi "pesi" degli articoli o delle diverse riviste scientifiche consultabili in rete, oltre a chiarire passaggi fondamentali dei processi di ricerca scientifica per poterne meglio comprendere il potenziale valore intrinseco.
Buona lettura!
R.A. Redazione Psychiatry On Line

Secondo Thomas H. Huxley “la scienza non è altro che senso comune opportunamente addestrato e organizzato”.

La verità di questa affermazione si deduce facilmente facendo riferimento alla nostra esperienza quotidiana: quante volte ci è capitato di dover raccogliere informazioni per poter rispondere a una domanda o per poter risolvere un problema? Quante volte siamo andati alla ricerca del controesempio che smentisse il nostro interlocutore per poter affermare che stava sbagliando? Quante volte siamo arrivati alla soluzione ‘per tentativi’?

Può sembrare incredibile, ma non stavamo facendo altro che applicare il famoso “metodo scientifico”. Anche lo scienziato, infatti, per giungere alla produzione di nuova conoscenza, raccoglie informazioni, verifica le proprie ipotesi e considera vera una teoria finché non salta fuori quel caso eccezionale che la smentisce.

La sola differenza tra i due modi di procedere, quello del ricercatore e quello del senso comune, risiede nel fatto che, nel primo caso, tutto il processo deve essere reso esplicito e sistematico. Per poter essere definita scientifica, infatti, la ricerca deve essere pubblica, controllabile e ripetibile1. Per questo esiste un percorso “tipico” della ricerca (ad esempio in ambito psico-sociale) che parte dalla teoria e, attraverso la raccolta e l’analisi dei dati, ritorna alla teoria. In modo che chiunque, seguendo tutti i passaggi, sia in grado di replicare l’esperimento e ottenere i medesimi risultati. Un po’ come Pollicino, il ricercatore si lascia dietro una scia di briciole così che altri possano percorrere lo stesso sentiero.

Alcune premesse

Prima di delineare i passaggi tipici di un processo di ricerca è necessario sottolineare che la produzione del sapere può nascere da diverse necessità. A volte sono gli stessi scienziati a porsi “la domanda di ricerca”, spinti dal desiderio di indagare un argomento non ancora studiato o di approfondire o modificare teorie già considerate in passato. Altre volte, invece, la ricerca ha dei committenti che la finanziano ed è proiettata verso la realizzazione di obiettivi specifici e soluzioni pratiche. Il filosofo e pedagogista John Dewey2 riassumeva queste differenze creando una distinzione (che poi è un continuum) tra scienza pura e scienza applicata. La prima, conosciuta anche come ricerca di base o fondamentale, ha come unico scopo l’avanzamento delle conoscenze in un determinato ambito. È esplorativa e viene condotta senza alcun obiettivo pratico immediato, ma può avere ricadute applicative inaspettate. La seconda, invece, sfruttando proprio le conoscenze fornite dalla ricerca di base, cerca di impiegarle per trovare soluzioni a problemi pratici. Trattandosi di un tipo di ricerca che affonda le radici in conoscenze preesistenti, non si tratta più di una ricerca esplorativa, bensì di una ricerca descrittiva-correlazionale (ovvero si propone di fornire una rappresentazione accurata e fedele di quanto accade e di stabilire come ciò è in relazione con alcune caratteristiche soggette a modificazioni).

In altri ambiti, come quello delle scienze naturali (es Fisica, Matematica, Scienze della Terra) si assiste alla differenziazione tra ricerca teorica, che si occupa di sviluppare modelli teorico-interpretativi e ricerca sperimentale che mira all'osservazione dei fenomeni naturali. Questi ultimi verranno interpretati alla luce delle teorie precedentemente formulate. Un esempio lampante di questa concatenazione di processi si può riscontrare nella fisica delle particelle, con il famoso “Bosone di Higgs”, teorizzato nel 1964 e rilevato per la prima volta cinquant’anni dopo negli esperimenti ATLAS e CMS, condotti con l'acceleratore LHC del CERN.

Infine, la ricerca clinica è una procedura sperimentale in ambito sanitario e farmaceutico, avente per oggetto di studio il paziente e per obiettivo la conferma della validità di interventi medici volti a migliorare la risposta terapeutica3.

È bene sottolineare come nella scienza moderna esistano vaste aree grigie di continuità tra i diversi tipi di ricerca e come, molto spesso, ostinarsi a distinguerle etichettandole con aggettivi diversi sia inutile e controproducente. A questo proposito rimane famosa la frase, attribuita a Louis Pasteur, “Non esiste la scienza applicata, esistono solo le applicazioni della scienza”4.

Panoramica generale: tutte le briciole di Pollicino

La prima briciola che il nostro Pollicino/ricercatore lascia cadere sul sentiero è quella della teoria, la seconda quella delle ipotesi; teoria e ipotesi sono legate tra loro attraverso un processo di deduzione. La terza briciola è quella della raccolta dei dati, a cui si arriva attraverso il processo di operativizzazione, cioè la trasformazione delle ipotesi in affermazioni empiricamente osservabili.
L’operativizzazione porta alla definizione del disegno della ricerca, cioè di un piano di lavoro che stabilisce le varie fasi dell’osservazione empirica. La quarta briciola lasciata cadere è quella dell’analisi dei dati, preceduta dall’organizzazione dei dati rilevati. La quinta briciola è quella della rappresentazione dei risultati, a cui si arriva tramite un processo di interpretazione dell’analisi statistica condotta nella fase precedente. Infine, il ricercatore ritorna alla teoria iniziale tramite un processo di induzione, che confronta i risultati ottenuti con la teoria precedente5.

 
1 http://europa.uniroma3.it/dsf_new/files/Corbetta_metodologia_e_tecniche_della_ricerca_sociale_Materiali-di-approfondimento-e-sintesi.pdf
2 Unity of Scienze as a social problem, in International Encyclopedia of Unified Science, University of Chicago Press, 1938
3 http://www.ematbo.unibo.it/ricerca/sperimentazione.asp
4 Stokes, D., Pasteur’s Quadrant: Basic Science and Technological Innovation, Brookings Institution Press, Washington DC, USA, 1997.
5 http://europa.uniroma3.it/dsf_new/files/Corbetta_metodologia_e_tecniche_della_ricerca_sociale_Materiali-di-approfondimento-e-sintesi.pdf
 
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