Editoriale
il punto di vista di Psychiatry on line Italia
di Francesco Bollorino

DACCI OGGI IL NOSTRO VACCINO QUOTIDIANO

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19 maggio, 2020 - 12:33
di Francesco Bollorino
Chiamiamo traumatici quegli eccitamenti che vengono dall’esterno e sono abbastanza forti da spezzare lo scudo protettivo. Penso che il concetto di trauma implichi questa idea di una breccia inferta nella barriera protettiva…
(Sigmund Freud, Al di là del principio del piacere, 1920)
Non c’è dubbio che esso appartiene alla sfera dello spaventoso, di ciò che ingenera angoscia e orrore…la condizione essenziale che ingenera il perturbante è l’incertezza; quanto più un uomo si orienta nel mondo che lo circonda, tantomeno facilmente riceverà un’impressione di turbamento da cose o eventi
(Sigmund Freud, Il perturbante, 1919)
“Nelle nevrosi traumatiche e di guerra l’Io dell’uomo si difende da un pericolo che lo minaccia dall’esterno; nelle nevrosi in tempo di pace l’Io considera la propria libido come un nemico... in entrambi i casi l’Io teme di essere danneggiato, qui dalla libido, lì da forze esterne …. Ma ciò che si teme a ben vedere è sempre un nemico interiore”
(Sigmund Freud, Psicoanalisi delle nevrosi di guerra, 1919)

 
 
 

Charlton Heston alla fine della sua carriera frequentò il genere fantascientifico (prima di dedicarsi anima e corpo al genere “sostenitore della lobby delle armi negli States”) , memorabile è la sua interpretazione in “OCCHI BIANCHI SUL PIANETA TERRA” che avrebbe molti anni dopo avuto il remake in “IO SONO LEGGENDA” con Will Smith, ma, a sua volta, remake di un dimenticato “L’ULTIMO UOMO SULLA TERRA”  girato nel 1964 tra Roma e Ostia da Ubaldo Ragona, con Vincent Price barocco protagonista, in una trasposizione povera ma fedele al romanzo di Richard Matheson, l’autore, tra le altre cose, anche del racconto da cui Spielberg ha tratto il suo primo film “DUEL[1] e sceneggiatore di questa versione italoamericana.
Memorabile è l’interpretazione di Heston, nel 1973, nel film di Richard Fleischer “2022: I SOPRAVVISSUTI” in cui compare per l’ultima volta Edward G. Robinson morto pochi giorni dopo la fine delle riprese.
Il film mi è venuto in mente in questi giorni un po’ per il titolo, un po’ per la trama che, nella sua distopia, mi ha ricordato non poco i nostri tempi difficili di oggi.
In breve la trama[2]: in un mondo devastato dall’inquinamento e la sovrappopolazione il poliziotto Thorm scopre che il cibo, il Soylent Verde che dà il titolo originale al film, distribuito alla gente dall’elitè al potere, che continua più o meno a vivere una vita agiata e “normale” nella sua torre d’avorio, protetta dalle masse disperate, altro non è che il risultato della macellazione dei cadaveri umani ("Soylent Green is People!").
Quale mondo ci aspetta in un mondo che non sarà mai più come prima?
Ma siamo sicuri, davvero sicuri che non sarà mai più come prima?
Proprio come nel film io vedo il rischio di una drammatica spaccatura, sociale, economica, etica sul tema che tutti abbiamo capito essere centrale: la disponibilità di un vaccino efficace che ci consenta, consenta al mondo di ricominciare a vivere senza paura e senza rischi.
Lo snodo infatti non credo sia la messa  a punto di un vaccino: sono convito e fiducioso che ciò possa avvenire abbastanza presto visti gli sforzi (e gli interessi anche economici) messi in campo.
Lo snodo VERO sarà la produzione, distribuzione e la diffusione di una vaccinazione di massa, unica via, planetaria, per una vera immunizzazione di fronte a questo potente nemico invisibile.
Quanto tempo ci vorrà per produrre le quantità necessarie di vaccino per immunizzare un pianeta abitato da circa 8 miliardi di persone con un tasso di crescita di circa 30.000.000 ogni anno?
Quali criteri verranno adottati per decidere i soggetti da vaccinare prima?
Si tratterà di una vaccinazione una tantum per sempre o dovrà, drammaticamente, essere ripetuta (problema non da poco visti i numeri in gioco) come accade per altre malattie infettive?
Non credo di essere molto lontano dal vero se ipotizzo una corsa alla  vaccinazione una volta disponibile non solo per ragioni di salute (immunizzazione) ma anche per ragioni “di vita”: poter riprendere appunto a vivere se non come prima quasi, molto quasi…
Non credo di essere molto lontano dal vero se ipotizzo che, per primi, dovranno necessariamente essere vaccinati gli operatori della Sanità e le forze dell’ordine.
Ma “dopo” a chi toccherà?
Ai “potenti”?
Ai ricchi?
Ai politici (in una sorta di “Dottor Stranamore” in salsa virologica)?
Quale criterio di priorità andrà attuato visto che temo che i quantitativi saranno contingentati se non anche contesi tra gli Stati?
Che ne sarà dei vecchi? A rischio elevato ma pure meno “utili” alla società.
Che ne sarà dei Paesi più poveri, incapienti e incapaci di “pagare”?
Nulla sarà davvero come prima se, apprendendo dall’esperienza, metteremo in atto una vera cooperazione a livello nazionale e sopranazionale per combattere questa sciagura tutti insieme in nome dell’essere membri dell’umanità.
Vorrei provare a sperarci, vorrei provare a crederci, vorrei che accadesse. Accadrà?


 



[1] Del film di Spielberg esistono due versioni: una più breve, nata, originariamente, come telefilm e una più lunga uscita nei cinema dopo il successo del passaggio televisivo. Sarebbe bello che la RAI riproponesse la versione telefilm in uno dei suoi tanti canali digitali.
[2] Rimando per gli approfondimenti sul film alla pagina di Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/2022:_i_sopravvissuti
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