PSICHIATRIA E RAZZISMI
Storie e documenti
di Luigi Benevelli

L’Associazione degli Psicologi Americani (APA) contro il razzismo (1)1

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1 giugno, 2023 - 09:19
di Luigi Benevelli

L’American Psychologycal Association (APA) nel febbraio 2021 ha adottato una solenne Risoluzione riguardante il dovere di attrezzare la psicologia a combattere il razzismo, a partire dall’adozione di definizioni uniformi e da una comprensione condivisa dei fatti e della storia.

Queste le osservazioni e le ragioni:

Nel panorama degli USA il razzismo ha rappresentato un tratto durevole, insidioso e pervasivo che spesso opera al di fuori della consapevolezza critica nei suoi stessi ispiratori e di chi ne trae benefici ed ha un impatto incredibilmente negativo sui diritti umani a sicurezza, salute, benessere e sulla partecipazione alla vita sociale di intere generazioni di persone negli USA e nel mondo intero.

La credenza nell’inferiorità delle persone di colore è stata usata per giustificare la deportazione coatta, il genocidio e la riduzione in schiavitù degli Africani, in tal modo ponendo il razzismo e la violenza dei colonizzatori alla base degli USA e legittimando le disuguaglianze economiche e razziali.

Il razzismo è stato costruito come base per creare e mantenere la supremazia dei Bianchi riconoscendo valore alle sole popolazioni di ascendenza europea e assegnando loro risorse sociali e opportunità in quantità sproporzionate, limitando invece o rifiutando l’accesso alle stesse di Neri, Indigeni, Popoli di colore, così emarginandoli pesantemente e impoverendo le potenzialità della società intera.

Il privilegio dei Bianchi consente agli stessi un potere basato semplicemente sul loro status anziché sul merito e protegge gli stessi dalle conseguenze dell’essere razzisti e di beneficiare di un sistema razzista.

La supremazia bianca - la credenza nella superiorità della Bianchezza biologica e culturale- è un’ideologia che pervade e continua ad essere il riferimento del razzismo.

Il razzismo non si limita solo a idee, attese, assunti e comportamenti di singoli individui, ma configura e pervade quasi ogni aspetto della società USA, comprese leggi, politiche, sistemi educativi, usi e culture, indebolendone le istituzioni politiche e civiche e creando molte fratture nella società e nella politica.

Nel nostro tempo, il clima anti-immigrati, la xenofobia e le discriminazioni impattano negativamente sulle vite dei Latinoamericani; le politiche e i programmi che escludono, segregano, internano e isolano fisicamente gli immigrati riproducono le disuguaglianze sociali e investono le altre aree di vita dei singoli e delle loro famiglie.

I crimini di odio contro gli Americani di origine asiatica sono aumentati enormemente nel corso della pandemia da Covid-19 alimentati dalle notizie che ne attribuiscono alla Cina la responsabilità (Virus cinese).

Il razzismo incrocia altri tratti delle identità sociali e individuali (età, sesso, orientamento sessuale, religione, condizione socioeconomica) con modalità che aggravano i vissuti di oppressione nei vari gruppi sociali sotto forma di sessismo e discriminazione nei confronti di persone portatrici di handicap.

Il razzismo culturale è l’espressione individuale ed istituzionale della pretesa superiorità del proprio patrimonio culturale ereditario su quello di altri.

Per battere ed eliminare i pericoli del razzismo è fondamentale misurarsi direttamente con l’oppressione usando un approccio attento alle culture e al loro rafforzamento per ottenere liberazione psicologica ed empowerment e promuovere il cambiamento nella realtà sociale.

Il campo della psicologia ha contribuito alla credenza dell’esistenza di una gerarchia tra gli umani, consentendo - o non mettendo in discussione – l’affermarsi del pregiudizio razziale che ha attraversato tutta la disciplina e tutta la professione: nella peer review, nelle pubblicazioni, nella ricerca ispirata al razzismo, nella validazione di tali tipi di ricerca, così come nell’uso dei modelli eurocentrici nella pratica clinica, compresa la valutazione psicologica, ignorando largamente i contributi e i modi di guardare e affrontare le avversità dei popoli Black, Indigenous, and People of Color (BIPOC).

Alcuni importanti psicologi hanno perpetuato ed altri hanno continuato a perpetuare il razzismo nella storia proponendo teorie pseudoscientifiche che postulano differenze razziali nell’intelligenza, propensione alla violenza, limiti nella educabilità e altre caratteristiche psicologiche, così contribuendo all’eugenetica e ad altri movimenti razzisti negli USA e fuori dagli USA.

L’APA nei venti anni scorsi ha adottato numerose risoluzioni e linee guida riconoscendo e denunciando il danno sociale provocato dal razzismo.

Per sradicare il razzismo dobbiamo capire cosa esso sia, come opera, chi ne beneficia e chi colpisce, sapendo che molti Bianchi che non nutrono personalmente sentimenti razzisti, beneficiano comunque del razzismo.

La disciplina scientifica della psicologia, come altre correlate, manca di una definizione condivisa del razzismo e della conoscenza dei modi con cui il razzismo opera nella società. Tali definizioni e conoscenze sono indispensabili per l’avanzamento della ricerca antirazzista e lo sviluppo di strategie efficaci di prevenzione e intervento.

L’ambito della psicologia si è tradizionalmente concentrato sul razzismo nei singoli e nelle relazioni interpersonali, piuttosto che sulle forme di razzismo sistemico e sull’impatto del razzismo storico sulle disuguaglianze e le ingiustizie razziali.

La ristrettezza di tale focus di attenzione limita l’efficacia della psicologia nel ridurre e sradicare il razzismo perché le impedisce di confrontarsi con le molte manifestazioni del razzismo nelle istituzioni, nelle politiche, nelle pratiche.

Perciò l’APA delibera di:

  • riaffermare la propria denuncia del razzismo in tutte le forme per i suoi effetti distruttivi a livello psicologico, sociale, educativo, economico, nonché sui diritti umani e il benessere delle persone nell’arco della vita;

  • avviare lo studio della storia della psicologia allo scopo di comprendere i danni che hanno colpito i gruppi razziali marginalizzati e definire le azioni necessarie per dare vita e mettere a punto una disciplina scientifica ed un’associazione professionale più giuste e inclusive;

  • adottare la definizione di razzismo inteso come un insieme sistematico di opportunità e di attribuzione di valori basato su alcune proprietà del fenotipo (v. colore della pelle o capigliatura associati ad una “razza” negli USA).

Tale “sistema” – che si estende dalle relazioni interpersonali alla vita quotidiana, alle opportunità di buoni percorsi educativi, alloggi, occupazione ecc.- svantaggia le persone appartenenti ai gruppi razziali marginalizzati e ne danneggia la salute, anche quella mentale, mentre favorisce gli individui appartenenti ai gruppi sociali razziali dominanti e, alla fine, compromette l’espressione piena del potenziale dell’intera società.

In conclusione, gli psicologi nell’impostare e condurre ricerca, attività educativa, formazione, applicazioni cliniche che siano antirazziste, devono prendere in considerazione quattro livelli di razzismo:

  • il razzismo strutturale derivante da leggi, politiche e pratiche che producono il potenziarsi di disuguaglianze che si accumulano nel tempo, compresa l’incapacità di cambiare leggi e pratiche chiaramente razziste;

  • il razzismo istituzionale derivante da politiche, pratiche, procedure di istituzioni quali la scuola, l’assistenza sanitaria, la giustizia e le politiche criminali, tenendo ai margini i gruppi razziali discriminati;

  • il razzismo interpersonale tipico del modo svalorizzante ed offensivo con cui si comportano individui appartenenti ai gruppi sociali dominanti quando si rapportano a persone dei gruppi discriminati. Il razzismo interpersonale è da ritenersi distinto dall’intolleranza, ossia un’attitudine negativa verso un altro gruppo umano, non necessariamente legato alla razza, o al pregiudizio, ossia un’opinione non basata sulla ragione o l’esperienza;

  • il razzismo interiorizzato, ossia l’accettazione da parte dei diversi gruppi razziali di credenze e stereotipi negativi circa carnagione e colore che rinforzano la superiorità dei Bianchi e può portare alla percezione di un sé senza valore, svalutato e senza potere. Ad esempio, nel corso dei secoli di colonizzazione e/o dominazione degli Europei, i popoli Neri e Nativi, e così pure Latinos e Asiatici possono adottare atteggiamenti e comportamenti stigmatizzati, mentre gli individui di pelle più chiara appartenenti a tali popoli possono assumere gli atteggiamenti dei gruppi Bianchi dominanti.

Pertanto, se si vuole modificare davvero tale situazione, poiché le forme di razzismo di cui sopra si rinforzano reciprocamente, gli sforzi per ridurre e alla fine sradicare il razzismo richiedono interventi capaci di operare sul complesso degli interi quattro livelli.

A tale scopo l’APA si impegna a promuovere strategie contro il razzismo operando nella sua azione ai livelli delle pratiche, dell’educazione, della formazione, della ricerca, delle pubblicazioni, delle politiche e del sostegno legale, e insieme, a impegnarsi attivamente a promuovere e difendere i diritti umani nel mondo, insieme ad altri soggetti globali.

E poiché il razzismo opera interagendo con altri sistemi di oppressione (sessismo, etero e omosessualità, disabilità, discriminazione di classe ecc.), l’APA si impegna a rafforzare il suo antirazzismo nelle pratiche e nelle politiche richiedendo un’opera attiva di demolizione di tali sistemi di oppressione.

Inoltre, mentre i BIPOC hanno e mostrano una enorme capacità di resilienza a fronte del razzismo, l’APA continuerà a battersi perché aumentino i finanziamenti per ricerche attente alle culture e finalizzate a studiare i fattori di resilienza e protezione, nonché i finanziamenti per servizi di facile accesso, rispettosi delle culture al fine di accrescere il benessere nelle comunità di colore.

E, ancora, l’ APA invita tutti gli psicologi a disfarsi dei processi e delle procedure che perpetuano le ingiustizie razziali nella ricerca, nella pratica, nell’educazione e nella formazione: pronunciarsi senza remore contro il razzismo, attivare percorsi per prevenire il manifestarsi di atti di razzismo o di intolleranza, promuovere sulle basi della ricerca psicologica strategie capaci di alleviare i guasti dell’ingiustizia razzista.

L’APA rafforzerà le proprie politiche antirazziste mettendo a punto prese di posizione specifiche e predisponendo materiali circa il come i campi della psicologia possono aiutare a ridurre e sradicare il razzismo nelle aree dell’assistenza sanitaria, dell’educazione e della giustizia criminale, insieme al potenziamento delle offerte di lavoro e di opportunità economiche.

 

Luigi Benevelli ( a cura di)

 

1 giugno 2023

 

 

1Cfr. APA Resolution on harnessing psychology to combat racism: adopting a uniform definition and understanding, february 2021.

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