Editoriale
il punto di vista di Psychiatry on line Italia
di Francesco Bollorino

Un anno sulll'altopiano /1

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11 febbraio, 2013 - 15:21
di Francesco Bollorino

Giusto poco più di un anno fa, l'otto gennaio 1995, cominciava la mia personale avventura sul NET.
Ero reduce da un viaggio a Londra, dove avevo comperato un'enorme quantità di libri sull'argomento, il migliore dei quali era certamente "INTERNET STARTERKIT for Macintosh" di Adam C. Engst oggi giunto alla sua terza edizione totalmente disponibile on line.
Il libro conteneva un dischetto con i programmi base indispensabili per avviare un viaggio sulla rete con un Mac: un MacTCP, un PPP, uno SLIP, Eudora, forse il miglior programma di posta elettronica disponibile freeware sul net, oggi giunto alla sua release 1.5.4 sia per Mac che per Windows, Anarchie, un programma FTP scritto da un vero genio neozelandese dell'informatica che si chiama Peter Lewis, un client Macihtosh per l'accesso alle pagine Web chiamato MacWeb ( allora non avevo ancora scoperto Netscape).

Nel mio piccolo Mac 165c avevo da tempo installato, internamente al computer portatile, un modem SUPRA da 2400, avevo quindi tutto quello che mi serviva per cominciare, mi mancava solo il Provider.
Il 7 presi contatto con ITNET e la sera dell'8 mi presenati nei loro uffici, mi accordai per un contratto di uso serale "full-internet" e mi feci montare la configurazione di allaccio dal Prof. Joy Marino, l'amministratore della ditta e uno dei maggiori esperti italiani della Rete.
Tornato a casa, con i miei libri sulle ginocchia, per capire e trovare indirizzi e informazioni, provai a fare il mio primo log-in....... rumori strani dalla macchina....... avvio della procedura automatica del PPP....... contatto!!!!! : ero in rete, boll001@pn.itnet.it cominciava la sua avventura su INTERNET.

In una recente intervista Nicholas Negroponte, parlando dei dieci anni di attività del MediaLab del MIT, sostiene che, un po' come succede per i gatti, un anno di vita di un laboratorio di ricerca avanzata vale dieci anni di vita di una normale struttura, credo che lo stesso si possa dire per il Net: vediamo cosa è successo in questi "dieci anni".

Beh, debbo dire che all'inizio ho perso molto tempo: vuoi per l'inesperienza vuoi per la terrificante lentezza del modem che infatti ben presto rimpiazzai con un più veloce modello a 28800 bps, che in ogni caso, come spesso accade con le novita', non mostrava alcuna intenzione di lavorare come fax.

Fu in questa occasione che comincia ha capire i vantaggi di essere in rete: dopo una ( allora) complicata ricerca del giusto indirizzo cominciai a tempestare di mails il servizio di supporto tecnico della Supra, finchè la gentilissima Vicky mi risolse il problema inviandomi via mail come attachment un aggiornamento del software che sistemò le cose.

Risolti i problemi di collegamento, potei cominciare "seriamente" a viaggiare sulla Rete. Con quale sensazione almeno iniziale?
Beh, prima di tutto un senso di stordimento per la quantità incredibile di informazione disponibile in maniera ridondante e spesso apparentemente casuale: mi resi conto che la coa più importante era imparare a muovermi per riuscire atrovare ciò che mi interessava senza eccessive perdite di tempo, in questo mi furono di aiuto i libri di istruzione ma soprattutto l'esperienza e la pratica.Divenni un vero mago dell'FTP, cominciando a recuperare sempre nuove release dei programmi che mi interessavano, feci scoperte interessanti, cominciai ad imparare a distinguere la spazzatura ( che e' tanta) dalle perle (che per ora non son molte) nella valanga di materiale disponibile sul NET.
Sì, perché Internet è anche un grande gioco delle figurine ( per adulti tecnologizzati) in cui il "massimo" è rappresentato dalla capacità di trovare nel minor tempo possibile l'informazione o il pezzo di software che stai cercando.

La seconda sensazione fu di essere entrato ( un po' per caso, un po' per curiosità, un po', lo debbo ammettere, per la mia inesausta passione per tutto ciò che è comunicazione) dentro a qualcosa di straordinariamente importante: pur combinando qualche guaio ( fui redarguito pesantemente per una domanda da lui ritenuta "inutile" dal WEB-MASTER dell'Università di Cambridge, fui espulso per due mesi ( cartellino giallo) dalla mia amata mailing list di informazioni Apple, per avere inviato alla lista un messaggio contro gli esperimenti di Mururoa), apprendendo dall'esperienza e dalle notti passate al calcolatore mi resi conto immediatamente di tre fatti ( che ho già discusso in miei precendenti interventi):

1) il Net non è solo il mondo WWW, molto bello da visitare ma terribilmente passivo come fruizione. Il Web è uno spazio in continua evoluzione tecnologica che in futuro potrebbe riservare grandi sorprese sempre che non cada definitivamente in mano all'ala più commerciale della Rete. Resta comunque, come tutto Internet, per altro, uno spazio virtuale in cui chi ha buone idee può ancora sperare di affermarsi perchè il suo successo viene decretato da una scelta libera degli utenti e non soltanto dalla potenza del segnale come accade per la televisione;

2) lo strumento più affascinante resta tuttora l'e-mail con la sua straordinaria capacità di avvicinare e mettere in contatto persone lontanissime nello spazio e nelle tradizioni culturali e le mailing list più dei newsgroups possono rappresentare una grande occasione di crescita culturale e di scambio;

3) entrare in INTERNET deve prima o poi significare divenirne membri attivi.

Forte di queste convinzioni, continuai a girare il Net e ogni vonta che me ne capitava l'occasione allacciavo rapporti epistolari con quanti mi sembrava svolgessero attività di mio interesse o gradimento.

Non casualmente capitai un giorno sulle pagine di "Psychiatry on line" ( trovata durante una mia perlustrazione su YAHOO alla ricerca di siti di interesse psichiatrico.
Mandai un messaggio di congratulazioni a Ben Green chiedendo anche quali fossero i suoi progetti, aggiungendo che io mi occupavo di ricerche nel campo della Storia della Psichiatria.
Di rimando Ben mi scrisse dicendosi interessato ad un mio scritto su Cerletti. Io accettai l'offerta e scrissi un paper in inglese che può essere recuperato negli archivi della rivista.

Qualche giorno dopo l'uscita del pezzo Ben mi scrisse proponendomi di aprire una sezione italiana di Psychiatry on line.

Di prima botta rifiutai, non sentendomi all'altezza del compito soprattutto pensando che avrei dovuto fare probabilmente tutto da solo.
Si era, se non ricordo male, verso maggio 95.
Ben con dolce insistenza si offrì di aiutarmi a correggere gli eventuali ( certi) errori che avrei potuto commettere vista la mia inesperienza in materia di riviste on-line ( dal punto di vista soprattutto della programmazione informatica); io cominciai a tentennare soprattutto per le mie convinzioni sull'uso attivo della Rete, cosi', in capo ad un mese e mezzo, mi ritrovai ad essere nominato "sul campo" Editor della sezione Italiana della Rivista.

Il problema era ora che fare, come gestire la cosa in termini e di efficienza e di qualità, ma questo come altri argomenti sarà oggetto della prossima puntata di questo racconto, che spero vi torni utile e rappresenti uno sprone per molti di voi.

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