PSICOPATOLOGIA SESSUALE
Sessualità e disturbi psicosessuali
di Stefano Sanzovo, Carlo Rosso

SEX OVER SIXTY: TOTEM O TABU'?

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4 luglio, 2013 - 20:14
di Stefano Sanzovo, Carlo Rosso

Secondo Jeong in un articolo recentemente pubblicato sul World Journal of Men’s Health solo il 60% degli uomini e il 25% delle donne compiuti i 60 anni ha un rapporto sessuale almeno una volta la mese (vedi immagine). E la percentuale declina col passar del tempo.  Alcuni lamentano problematiche fisiche, ma la maggior parte riferisce diminuzione del desiderio. Davvero quindi la soglia dei 60 anni deve essere considerata l’inizio della fine del sesso?  “Se è vero che la sessualità nell’età matura deve fare i conti con diversi tipi di ostacoli, è anche vero che esiste un filo rosso teso tra il modo di vivere il sesso nell’età giovanile e ciò che si diventerà sessualmente al raggiungimento della senilità”. E’ l’opinione del Prof. Rosso nell’ intervista rilasciata a Come stai. “L’abilità al sesso è paragonabile a quella per l’attività sportiva: alcuni riescono a praticarla quotidianamente, altri in maniera saltuaria, altri ancora se ne astengono perché imprigionati in un corpo sopraffatto da un malessere fisico e psichico che affievolisce il desiderio”.
Gli studi più recenti della letteratura italiana ed internazionale concordano nel rilevare un disturbo depressivo nel 40% circa degli ultrasettantenni. “Il quadro sindromico depressivo” continua il Prof. Rosso “costituito da un insieme di sentimenti di perdita, svalutazione del sé, ansia, tristezza e riduzione della percezione del vigore fisico, associata a sensazioni di scarsa efficienza o di dolore, soffoca il desiderio e la spinta a ricercare la soddisfazione sessuale.”
Nella terza età si aggiungono poi delle modificazioni fisiologiche. “Negli uomini si assiste ad una riduzione della produzione ormonale, con naturale regressione degli organi androgeno – dipendenti (pene, testicoli, scroto, peli, muscolatura), riduzione della quantità di liquido seminale, tendenza alla precocità eiaculatoria con minore potenza nell’espulsione del seme. Spesso dopo l’eiaculazione si verifica una rapida detumescenza del pene e la fase di refrattarietà, cioè la possibilità di avere una seconda eiaculazione dopo un primo rapporto, si allunga. La capacità erettile si riduce con il passare degli anni. Questo anche a causa di malattie come l’ipercolesterolemia, il diabete, l’ipertensione, o dei danni causati dall’abuso di fumo o alcool. Inoltre molti farmaci assunti in età avanzata riducono le capacità erettili: betabloccanti, diuretici, chemioterapici, antidepressivi, psicolettici, antiistaminici”.
E per quanto riguarda le donne? “I problemi insorgono in genere dopo la menopausa. La ridotta secrezione di alcuni ormoni, in particolare gli estrogeni, determina un accorciamento e una restrizione del canale vaginale con riduzione della lubrificazione.”
“Tuttavia, nonostante le variazioni fisiologiche, le risposte sessuali dell’uomo e della donna possono rimanere attive, seppure più lente. Basterebbe per esempio dilatare i tempi dei preliminari e rimodulare le aspettative di prestazione”.
E se non fosse così semplice? “La sessualità è vita” conclude Rosso. “Più si sta in una dimensione sessuale e relazionale, più si è in sintonia con la vera dimensione dell’esistenza. Al contrario, più ci si allontana dalla sessualità, più si viene proiettati in un futuro di solitudine e, quindi, in una dimensione emotiva angosciosa”.  Ma l’età che avanza non deve fare paura. Attraverso il supporto combinato di specialisti (urologo, andrologo, ginecologo, psicoterapeuta) si potranno affrontare i cambiamenti fisiologici. E per ogni difficoltà inerente l'intimità sessuale può essere di aiuto un intervento psico-sessuologico coinvolgente entrambi i membri della coppia
 

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