PSICHIATRIA E RAZZISMI
Storie e documenti
di Luigi Benevelli

Il razzismo secondo Cogni (1937)

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9 novembre, 2013 - 15:11
di Luigi Benevelli

Giulio Cogni (1908-1983), senese scrittore, critico musicale, compositore, fu docente  di filosofia all’Istituto italo germanico di cultura di Amburgo. Negli anni Trenta si  impegnò a introdurre in Italia  le tesi e le elaborazioni di Hitler e dei teorici del razzismo di marca nazionalsocialista come  Alfred Rosenberg, Ludwig Klages, Hans Friedrich Gûnther. Nel dopoguerra insegnò al Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze. Fra i suoi testi più importanti vi è Il razzismo, edito nel 1937 a Milano dai F.lli Bocca, da cui sono tratte le citazioni che seguono:

(dalla prefazione) “ Il razzismo (…) ha una portata universale, come esaltazione dei valori più alti della civiltà indoeuropea. In questa civiltà il nostro popolo (italiano- n.d.r) ha una parte fondamentale; l’ha nel passato, a più riprese, come l’ha nel presente. (…) La scissione fra latini e germani è secondaria: al fondo sta l’unità fondamentale delle due grandi razze dolicocefale, romana e germanica, che hanno dato più luce d’ogni altro al mondo, con la Grecia, con Roma.

“La nazione, o meglio la razza non consiste nella lingua, ma solo nel sangue” (da Adolf Hitler, Mein Kampf, pag. 14).

“Le razze inferiori che col loro veleno abbassano e sporcano le civiltà ben più concrete e attive dei popoli superiori, pretendono l’universalità. (…) L’ultima di queste ideologie è il comunismo” (Pag. 15).

“Noi siamo, in senso essenziale, il corpo che possediamo. Il corpo (…) è tutta una vibrazione unitaria di vita (…). In questo senso interiore, il corpo è l’onore e lo spirito stesso dell’uomo; identico con la sua stessa divina individualità” (pag. 26).
“L’uomo nordico sente e giudica altrimenti dell’orientale e dell’ebreo. Dalla somma di sentimenti e modi di vedere propri di una razza si forma una rappresentazione, che noi chiamiamo di tipo razziale”. ( (L. Klages, allievo di Nietzche, fra i fondatori della grafologia e della fisiognomica, pag. 37).
“(Il sangue) è quella realtà fondamentale per cui ognuno è in un corpo e in un volto, sostanza della sua sostanza, lui stesso nella sua immediata realtà d’uomo, che ricorda i suoi avi e le sue genti, (…) le genti del sangue simile al suo. (…) Ciò che unisce le membra e fa respirare di un solo respiro, in un solo ritmo, è l’unità del sangue (pagg. 56-57).

“E’ un grave errore il credere che, poniamo, un Cinese o un Negro diventi un Tedesco perché impara il tedesco ed è pronto a servirsi in avvenire della lingua tedesca  e a dare il suo voto ad un partito politico tedesco. (…) La nazione, o meglio la razza non consiste nella lingua, ma solo nel sangue”(pagg. 63-64, da Adolf Hitler, Mein Kampf).

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