ZATTERE AGLI INCURABILI
Una Poesia al giorno toglie l' Analista di torno...
di Maria Ferretti

Io ti vorrei mancare

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9 settembre, 2017 - 10:38
di Maria Ferretti
Se c'è una cosa che mi piace di Erri De Luca e' che arrampica! 
Nella vita tutto torna si dice e il mio primo incontro con l'amore fu con un alpinista.
Ho odiato la montagna perché me lo rubava l'amore, ho amato la montagna perché me lo ha insegnato l'amore.
Rigore sacrificio allenamento costanza tempo questo mi ha insegnato l'uomo della montagna.
Resistenza e fatica!
I gradi si ottengono così e i passaggi vanno studiati ripetuti una volta e una volta ancora allo sfinimento finché i passaggi diventano armonici.
Gli arrampicatori più belli sembrano danzare sulla roccia. Le persone più belle sembrano danzare con la vita.
Questo per me e' Erri De Luca esempio di uomo che è anche corpo. Le parole sono corpo. Le sue parole hanno un corpo.
Lo scopro mentre cerco il mio nome di donna. Folgorata da un suo libricino sulla storia di Maria e le origini del nome. Amare un ossessione per me, essere amata nel nome.

Diceva Lacan che l'amore è mancanza. Scriveva Massimo Recalcati che il dono più grande che una madre può fare al proprio figlio e' quello di mancare, di sottrarsi creare uno spazio in cui ricercarla.
Il dono più grande nell' amore e' di essere mancanti donare la propria mancanza.
Mio figlio un giorno preoccupato per la solitudine del suo amico pennuto coniò il termine più bello per me la "mancazione".
Per lui il problema della solitudine e' la mancazione.
Tollerare la mancanza significa esercitarsi un giorno alla volta alla solitudine .
Siam tutti soli mi disse il signor analista!
Spesso il nostro dolore viene da questa bassa tenuta alla mancanza. Spesso l'altro non deve mancarci  non deve ricordarci la sua assenza.
Nell'esperienza analitica la mancanza e' lo spazio che deve crearsi per permettere la via del sentire per permettere l'accoglienza dell'altro. Quando l'altro non c'è stato spesso saturiamo quel buco e l'esperienza dell'amore non è  possibile, l'esperienza del sentire viene meno. 
Si sente a strappi si sente il niente si sente l'inventato che poi come dice Elsa Morante l'inventare forse non è altro che ricordare.
Allora il nostro inconscio diventa una parete di diversi gradi di difficoltà.
VI        Gli appigli ed appoggi sono più piccoli e rari. Il passaggio può richiedere una sequenza di movimenti obbligata.
VII       Gli appigli ed appoggi sono piccoli e distanti. È richiesto un allenamento specifico della forza delle dita.
VIII      È necessario un allenamento e una pratica costante per salire vie di questo grado
IX        L'impegno e l'allenamento richiesti sono quasi professionistici
 
Pochi appigli in qualche caso la parete e' liscia e se è così bisogna metter chiodi "bucarla".
Salire e scendere nell'inconscio attraverso le crepe della nostra biografia .
I buchi li dobbiamo creare.

Noi siamo solo andata dice De Luca ed in analisi e' proprio così si lascia la nostra patria si migra verso nuovi mondi non sempre accoglienti e talvolta respingenti .Ma la seconda possibilità ci è data da nuove terre nuovi mondi nuovi spazi. E allora il sentire e' tornare alla nostra terra.
 
VARIANTE DI CANZONE

Io ti vuria vasa” Io te vurria vasa’ “, sospira la canzone
ma prima e più di questo io ti vorrei bastare,
io te vurria abbasta’,
come la gola al canto come il coltello al pane
come la fede al santo io ti vorrei bastare.
E nessun altro abbraccio potessi tu cercare
in nessun altro odore addormentare,
io ti vorrei bastare,
io te vurria abbasta’.
” Io te vurria vasa’ “, insiste la canzone
ma un pò meno di questo io ti vorrei mancare
io te vurria manca’,
più del fiato in salita
più di neve a Natale
di benda su ferita
più di farina e sale.
E nessun altro abbraccio potessi tu cercare
in nessun altro odore addormentare,
io ti vorrei mancare,
io te vurria manca’.

 
Poesia di Erri De Luca tratta da

Solo andata, righe che vanno troppo spesso a capo.


 
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Versi molto belli...
Ho scoperto da poco Erri De Luca ed è stato innamoramento a prima lettura.
Ne " La natura esposta" parla dell' amore che, una volta raggiunto, si unisce indissolubilmente al timore della perdita.
Anche ne "Il più e il meno" scrive che "il guadagno e la perdita coincidono"....."una cima raggiunta esaudisce un desiderio tanto quanto lo esaurisce. Mentre lo porta al colmo, anche lo svuota".
L' amore e il desiderio sembrano possederci in un gioco senza fine, intenso e travagliato, tra presenza e assenza, conquista e perdita, desiderio e appagamento, felicità di attimi e tormento.

Mia moglie mi dice che Erri de Luca è un grande poeta. Non lo conosco, purtroppo. Sono rimasto al teorema di Pitagora. Non ci crederete, però: la mancanza non manca neppure dalla matematica. Ma Euclide non lo sapeva. C'è della poesia nella matematica, la quale si fa in tanti modi, contornando la mancanza e poetando con qualche teorema. Tornando ogni volta a capo. QED, in italiano CVD.

Mi piace molto Erri De Luca, l'arrampicata, la scoperta, l'invenzione di nuove parole, mancazione, il profilo di una relazione terapeutica, fatta di presenze e di mancanze, di presenze ricche e forti che lasciano lo spazio tollerare la mancanza, l'azione del vasa' e del bastare. La vasazione, si potrebbe dire e il bastamento, per rimanere a Napoli.
Bella recensione


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