ZATTERE AGLI INCURABILI
Una Poesia al giorno toglie l' Analista di torno...
di Maria Ferretti

GUIDA POETICA PER PSICOANALISTI: Sotirios Pastakas

Share this
27 ottobre, 2017 - 11:39
di Maria Ferretti

Che cosa è la poesia?

Che rapporto intercorre tra la pratica terapeutica e il poetare?

La parola e la cura...

La poesia e la cura...

La parola riverberante nella pratica  analitica e nella poesia...


 
Questi e tanti altri temi saranno sviluppati in una serie di incontri  in video per il Canale Tematico YouTube della Rivista, con poeti, il primo della serie è Sotirios Pastakas, un "poeta-ponte" potremmo dire, nella misura in cui appartiene ai due mondi, essendo psichiatra  con una lunga pratica professionale alle sue spalle e da 15 anni poeta "a tempo pieno" dopo aver abbandonato la professione.

Ecco la videointervista suddivisa in capitoli che ho realizzato a Milano pochi giorni fa.

1) DALLA PSICHIATRIA ALLA POESIA

2)SI PUO' TRADURRE UNA POESIA?

3)POETI E POESIA

4)ANGOSCIA E SOLITUDINE

5)LE PAROLE SONO TUTTO QUELLO CHE ABBIAMO

6)AVERE ORECCHIO

> Lascia un commento


Commenti

FATE UNA LIBERA DONAZIONE ALLA RIVISTA e lo potete fare tramite BONIFICO all’IBAN IT23A0335901600100000121875 Intestato, presso BANCA PROSSIMA, a ASSOCIAZIONE PSYCHIATRY ON LINE ITALIA - Via Provana di Leynì 13 Genova, oppure potete usare il nostro account PayPal connesso all’email boll001@pol-it.org

Grazie per ciò che farete, grazie dell’attenzione.

A proposito di "avere orecchio" riporto una possibile mia traduzione del Primo Sonetto a Orfeo di R.M. Rilke.

Là si alza un albero. O puro innalzarsi!
Orfeo canta! Alto un albero all’orecchio!
E tutto tacque. Eppure nel tacere
nuovo inizio avanzò, cenno che cambia.

Premono bestie dal silenzio al chiaro
bosco rado, da tane e da cespugli;
era evidente che non per astuzia
o per paura erano in sé sommessi

ma per l’ascolto; ruggito o bramito
parvero al cuore poca cosa. E là
dove non c’era capanna ad accoglierlo

un asilo alle brame più oscure,
con accesso da stipiti tremanti,
a loro creasti un tempio nell’ascolto.

un asilo alle brame più oscure,
con accesso da stipiti tremanti,
a loro creasti un tempio nell’ascolto.

Allo psichiatra occorre essere almeno un po' poeta, ed al poeta occorre essere almeno un po' psichiatra: entrambi, con la loro reverie, devono dar voce allo "indicibile", a ciò che viene espresso (in un modo che risulta oscuro al paziente stesso) nei sintomi. Entrambi, come sottolinea Pastakas nel primo di questi video, devono essere "intrepidi" (o temerari) per addentrarsi in territori in cui nessuno osa metter piede, e da cui qualcuno non riesce a far ritorno: vedi il gran numero di psichiatri e di poeti morti suicidi.


Totale visualizzazioni: 6405