Riflessioni (in)attuali
Uno sguardo psicoanalitico sulla vita comune
di Sarantis Thanopulos

La “disforia” dell’identità sessuale

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14 luglio, 2019 - 07:21
di Sarantis Thanopulos

“La Repubblica” ha ospitato recentemente il confronto tra due psicoanalisti, Lorena Preta e Vittorio Lingiardi, sul tema della “disforia” dell’identità sessuale -il sentirsi  incastrati nel sesso/corpo sbagliato- in bambini prepuberi.
La disforia, che rientra spontaneamente nella grande maggioranza dei casi, è diventata fonte di ansia per molti genitori.
Preta ha posto l’accento sui medici compiacenti che, somministrando farmaci capaci  di bloccarne lo sviluppo, attuano una “sospensione” della definizione sessuale, preambolo di una “riattribuzione di genere”. Collegando il disagio identitario a istanze inconsce non immediatamente decifrabili, che richiederebbero il tempo di un’elaborazione, Preta ha deplorato l’attitudine a offrire a un malessere individuale e sociale soluzioni tecniche.  
Lingiardi ha messo l’accento sul rispetto della condizione individuale, invocando una psicoanalisi accogliente, non spaventata dalle metamorfosi delle identità sessuali. Piuttosto che privilegiare un modello di cura, in mezzo a concezioni contrastanti sull’origine del malessere, sarebbe opportuno seguire un approccio cooperativo, con un ascolto attento rivolto al singolo caso e alla soggettività.
La scienza, la filosofia, la psicoanalisi non sono, in effetti, canoni di vita. Ognuno deve sentirsi libero di gestire (con i mezzi a sua disposizione) il proprio modo di essere nel mondo. Tuttavia molte condizioni esistenziali sono oggi dettate dalla negazione del lutto e il corpo contraffatto si sta equiparando al corpo vero. Interferire con lo sviluppo psicocorporeo nell’infanzia, bloccandolo o modificandolo medicalmente, sulla base di convinzioni o comportamenti ancora da evolvere, che così si rendono definitivi, è un abuso. I genitori non devono reprimere il disagio identitario del loro bambino, né assumerlo come un dato di fatto (fato), ma cercare di comprendere cosa sta accadendo tra loro e lui, allargando, il più possibile, l’area del confronto.
La concezione dell’identità sessuale come combinazione tra anatomia e cultura, estromette l’essenziale: il legame tra psiche e corpo, la materia pulsionale del gesto erotico -che nessuna tavola anatomica può catturare ed è l’oggetto reale del condizionamento culturale. Ginevra Bompiani, intervenuta nel dibattito dalle pagine di questo giornale, ha parlato di intreccio tra immaginario e dato corporeo e dell’invenzione creativa che il primo opera sul secondo. La manipolazione sociale dell’immaginario annulla l’invenzione.  
Bompiani ha colto il punto: la manipolazione dell’immaginario conduce alla manipolazione del corpo. Sostenere che l’anatomia non debba essere un destino, per poi compiacere la costruzione di un’anatomia fittizia (la peggiore delle normalizzazioni e il più irremovibile dei destini), è una forte incoerenza che lascia spazio all’onnipotenza: la creazione artificiale di stereotipie identitarie. Ha ragione Bompiani nel dire che la scelta identitaria contestata non deve diventare una corazza da indossare.
Si può rispettare, accogliere i transessuali, senza compatirli, né assecondare la loro visuale. Della loro condizione si può “prendere cura”, se sono interessati, a partire dal reciproco lutto che è necessario fare. La dissociazione tra il dato corporeo e la rappresentazione psichica del proprio sesso interferisce con lo sviluppo del corpo erotico e limita seriamente la profondità del coinvolgimento e della soddisfazione sessuale. Una perdita significativa (più radicale nel caso dell’asportazione chirurgica dei genitali) che andrebbe elaborata insieme alla rinuncia alla nostra pretesa di una connessione senza falle tra corpo e psiche nella determinazione dell’identità sessuale.

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Commenti

Lingiardi è un mediocre difensore dei Diritti Sanitari dei Minori Gender Variant e degli adulti transgender o transessuali se utilizza le chiacchiere, ovviamete facilmente contestabili da un oratore migliore

Avete scritto tutti delle assurdità anti-scientifiche.
L'effetto delle teorie Anti-scientifiche purtroppo è il Malessere delle persone che voi opprimete con le vostre chiacchiere assurde, e questo produce un aumento dei suicidi.

VERGOGNATEVI

Almeno un po'....
Poi andate su Pubmed a studiare cos'è l'identità di Genere, anche la vostra, la differenza tra minori Gender Variant, adolescenti Gender Variant, adulti Transgender e Transessuali.

Le vostre tesi sono PERICOLOSE E VIOLENTE.
Ci vuole troppo per riassumere qua il concetto, ma è necessario fermarvi.
Voi danneggiate minori, adolescenti e adulti Lgbt (perché i minori Gender Variant 9/10 sono omosessuali o bisessuali confusi e ignoranti come Voi)

#stoptransfobiasanitaria

E poi il minimo vi manca.
Si dà la Triptorelina solo agli ed alle adolescenti persistenti per le ed i quali la transessualità è un fatto mentre abbandonarli oggi che esistono rimedi al destino del corpo una tortura.

PS il cervello delle persone transessuali è DIVERSO da quello nostro, di persone Cisgender. Le Neuroscienze non le avete studiate e preferite le chiacchiere?

VERGOGNATEVI
ASSASSINI

Caro Manlio
La tua teoria che il cervello determina quello che noi siamo, è inconsistente. Di scientifico vero nulla ha (con buona pace delle infinite ricerche che mostrano ogni giorno questa cosa o quell’altra, destinate poi al cimitero delle conoscenze inventate). Usi il termine “genere”, che appartiene alla sintassi sociale che manipola da sempre la sessualità e l’identità sessuale, ma poi ti appelli al più bieco biologismo. Sembra un’enorme contraddizione, e sul piano dialettico sicuramente lo è, ma in realtà che cos’e la tua posizione se non parte della “biopolitica” che domina i nostri tempi?
Ora anche assumendo che il cervello dei “transessuali” sia diverso dal nostro (credo che non sia affatto vero), ci sarà pure qualcosa di cui preoccuparsi se tra cervello e dato corporeo si verifica un’incompatibilità, non ti pare? Non trovo affatto mostruoso, deprecabile che tra la percezione della propria identità sessuale e il proprio corpo si verifichi un’opposizione. E non ha nessuna importanza se le cause siano biologiche, psichiche, entrambe le cose o si dovrebbero cercare nella loro interazione (l’epigenetica dovrebbe pure insegnare qualcosa). Credo, tuttavia, che questa condizione sia un limite (i limiti ci sono in ognuno di noi e non ne siamo colpevoli, bisogna però riconoscerli, assumerne la responsabilità per elaborarli).
La questione del limite è importante, dirimente: il suo riconoscimento e elaborazione crea la libertà, la sua negazione l’onnipotenza. La condizione transessuale propone limiti ulteriori a quella della dissociazione tra psiche e corpo (che non è quella tra anatomia e cultura: una semplificazione). Si può ben sentire uomo nel corpo di una donna e viceversa perché in ognuno di noi ci sono due correnti eotiche, quella femminile e quella maschile, ma i transessuali questa bisessualità perlopiù la rigettano: l’opposizione all’”altra corrente” è radicale. Ugualmente rigettano la coppia omosessualità/eterosessualità che è costitutiva di una sessualità profonda e piena. Tutto sommato tendono a costituirsi nei termini di un’eterosessualità stereotipata, manichea e per questo normativa, caricaturale.
Se le cose sono andate in un certo modo, invece che in un altro, non è cosa buona che le persone siano costrette (men che mai per legge) a conformare la percezione psichica della loro identità al proprio corpo. Non è neppure cosa buona (ed è altrettanto violenta) la conformazione del proprio corpo alla percezione identitaria. I trattamenti ormonali e gli interventi chirurgici producono un corpo falso, distruggendo il corpo erotico (che in ognuno di noi è femminile e maschile, etero e omosessuale). Si può vivere senza un corpo sessuato, sviluppando qualità diverse dell’esistenza, si può amare attingendo a forme sublimate della sensualità, ma la condizione perché questo sia possibile sono la memoria, anche attraverso la memoria del gruppo di vita in cui siamo inseriti, le identificazioni con gli altri e il lutto.
Negare il lutto, come Pistorius, porta alla contraffazione, all’artificio.
Si parla con tanta indignazione delle fake news, ma cosa pensiamo dei fake bodies, dei corpi ormonali, che non correggono una disfunzione, ma la impongono, dei corpi chirurgici castrati, eunuchi nella loro sessualità, della falsificazione continua dell’esperienza, del lifting come modo di vivere?
Personalmente le ideologie dell’omologazione, dell’appiattimento delle diversità, non le trovo emancipanti, libertarie, ma profondamente conservatrici. E con tutta la tua indignazione, caro Manlio, che ti fa scrivere, piuttosto che pensare, per me la confusione tra falso e vero è pericolosa.

Chiacchiere
Tu rispondi con le chiacchiere.
Le associazioni Trans ovviamente non sono d'accordo e ti denunciano come abbiamo fatto noi di Amigay

http://www.gaynews.it/2019/07/18/attiviste-e-attivisti-trans-scrivono-a-...

Studia Pubmed, è facile.
Oppure se non sai l'inglese vieni ad uno dei nostri corsi di Formazione.
Oppure leggi i post esemplificativi di Amigay.

La scienza non è un'opinione né una chiacchierata tra eterosessuali transfobi ignoranti.

Quello che tu hai scritto aumenta il rischio suicidario!
Violenta le persone Trans, i minori gli adolescenti e gli adulti Lgbt.


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