RECENSIONE A "MEMORIE DEL SOTTOSUOLO" DI F.M. DOSTOEVSKIJ

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12 aprile, 2022 - 09:23
Autore: F. M. Dostoevskij
Editore: Rizzoli
Anno: 2000
Pagine: 144
Costo: €8.55
"Sono un uomo malato... Sono un uomo maligno. Non sono un uomo attraente." (Memorie del Sottosuolo, Incipit) 

 

Chi è F. M. Dostoevskij? Cosa rappresentano i suoi personaggi in realtà? Perchè larga parte del pensiero e dell'ideologia positivistica vede questo autore come una sorta di "diabolum" senza alcuna redenzione? 

Una breve spiegazione a questa breve serie di domande può darla il breve racconto del 1864 "Memorie del sottosuolo" scritto da Dostoevskij all'età di 43 anni ambientato a San Pietroburgo. Il racconto consta di due parti, composte di 11 e 10 capitoli. La prima tratta di una sorta di autoanalisi del protagonista che descrive il suo Esserci heideggerianamente inteso e descrive tematiche con piglio fortemente dubitativo di marca squisitamente esistenzialista. La seconda parte, invece,    vede il protagonista alle prese con due avvenimenti importanti (l'incontro prima con alcuni conoscenti e amici e successivamente con una giovane donna entrata da poco nel mondo della prostituzione).    

 



 

 

L'homo dostoevskiano protagonista di questo racconto è un uomo timido, introverso, chiuso in una situazione esistenziale che lui stesso definisce malata (cfr. nota in esergo) e, consustanzialmente alla malattia, intrisa di Male. Un Male di consistenza quasi assoluta e ontologicamente avvertito dal protagonista che vive perenni sbalzi d'umore e di autostima abitando, con le sue stesse parole, il sottosuolo della società civile. 

 

"Ora voglio raccontarvi, signori, sia che desideriate o non desideriate sentirlo, perchè non ho saputo diventare nemmeno un insetto. Ma perfinodi questo non sono stato degno. Vi giuro, signori, che aver coscienza di troppe cose è una malattia, una vera e troppa malattia" (Ibidem). 

 

Dunque per sua stessa ammissione è proprio l'eccessiva coscienza e consapevolezza delle cose, delle persone e degli avvenimenti che rende il protagonista un abitatore del sottosuolo, fortemente lontano dai consessi umani che contano in termini di Potere. Un Potere quello della seconda metà dell'Ottocento in Russia che vedeva sovrapporsi la monarchia assolutista dello Zar alle nuove ideologie pragmatiche e ottimistiche nella fiducia totale nella Scienza del Postivismo nascente.  

 

"Quanto più avevo coscienza del bene e di tutto questo "bello e sublime", tanto più profondamente mi lasciavo prendere nella mia melma e tanto più ero capace d'impantanarmici del tutto. Ma il tratto principale era che tutto questo pareva che non fosse casuale in me, ma che proprio così dovesse essere. Come se questo fosse il mio stato più normale, e niente affatto una malattia o una tara, cosicchè, alla fine, mi passò la voglia di lottare contro questa tara"(Ibidem).  

 

La conoscenza del bene e, potremmo dire noi da un punto di vista degli Erlebnisse, l'eccessivo numero di ruminazioni e di dubbi che si palesa da tutto il racconto e dall'opera omnia dostoevskiana non fa altro che far guardare in faccia l'Aneidos a Dostoevskij e ai suoi personaggi ovvero l'Informe (Straus, Stanghellini, Di Petta)    laddove anancasmi, ossessioni, vissuti depressivi ne fanno in toto un abitatore delle profondità umane individuali con risvolti nella collettività.  

 

"L'essenziale poi è che, per quanto rigiri la cosa, ne viene pur sempre fuori che sono sempre io per primo il colpevole di tutto e, quel che più offende, colpevole senza colpa e, per così dire, per legge di natura. Sono colpevole, in primo luogo, perchè sono più intelligente di tutti quelli che mi circondano. (...)  

Sono colpevole, infine, perchè se anche ci fosse della generosità in me, non mi verrebbe che un tormento maggiore della coscienza di tutta la sua inutilità" (Ibidem). 

 

L'uomo del sottosuolo è un uomo tormentato da dubbi, paure, convinzioni particolari innanzitutto sulla propria persona e poi di riflesso sulla società. La sua colpevolezza sta nella sua maggiore capacità di vedere oltre le contingenze e la superficialità di uno sguardo leggero per abbracciare, sentire, percepire le vere profondità.  

Questi sono exempla dei vissuti che caratterizzano lo psichismo del personaggio protagonista delle “Memorie del sottosuolo”. Rimandiamo ordunque alla lettura del racconto che comunque è avvincente e dirimente per comprendere i mutamenti della personalità dello scrittore- attraverso i suoi personaggi- dopo la condanna ai lavori forzati in Siberia patita qualche anno prima al posto della condanna a morte.  

 

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