GALASSIA FREUD
Materiali sulla psicoanalisi apparsi sui media
di Luca Ribolini

Rossella Valdré: "La lingua sognata della realtà. Cinema e psicoanalisi nell'esplorazione della contemporaneità"

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23 agosto, 2013 - 15:34
di Luca Ribolini

Da www.facebook.com/francesco.bollorino, 13 agosto 2013

Il cinema crea, inventa la realtà. Ecco perché, con molta più forza di altre forme artistiche, raggiunge tutti: è come se quello che vediamo sullo schermo ci appartenesse, lo avessimo creato noi. Prendendo a prestito le parole di Winnicott, il cinema è una magnifica area “transizionale” a portata di mano, accessibile a tutti. Secondo la psicoanalisi, la visione cinematografica è una metafora che può essere utilizzata in seduta con il paziente, perché è l’esperienza più vicina al sogno o alla rêverie: si svolge al buio, richiede rilassamento, solitudine, una certa regressione narcisistica, con l’effetto di farci lasciare la realtà momentaneamente fuori dalla porta, stimolando le aree più creative della nostra psiche. Il libro raccoglie trenta recensioni cinematografiche scritte tra il 2001 e il 2011, finora pubblicate esclusivamente online, e qui suddivise in cinque sezioni: “Il soggetto contemporaneo e il passare del tempo”; “Figure della perversione: età di psicopatia e di rigetto”; Femminile, maschile: nuove identità, nuove fragilità”; “Gli altri fra noi: emarginazioni e migranti nel sogno di lamerica”; “Quel che resta di Edipo: la scomparsa del Padre nel postmoderno”.

“In questo contesto specifico di incontro tra mondi e competenze diverse, nasce la possibilità di scrivere un libro come questo, che costituisce un ponte tra la creatività degli artisti di cinema e la possibilità di comprensione e approfondimento dell'esperienza degli spettatori "normali", non cineasti e non psicoanalisti. A costituire questo ponte provvede, nel nostro caso, un'analista dotata sia della capacità di indagare aspetti profondi della realtà, sia della virtù di esprimersi con chiarezza e semplicità di linguaggio. Rossella Valdré ha il dono prezioso di sapersi mettere a fianco dello spettatore e non al di sopra... lo dico da lettore, da spettatore e da collega dell'autrice, cui sono grato per aver fornito questo 'ponte' con una competenza specifica e un garbo così piacevolmente bilanciati da indurmi a ri-leggere questi film uno dopo l'altro, senza fermarmi, con lo stesso piacere con cui una ciliegia tira l'altra" (dalla Prefazione di Stefano Bolognini).

Rossella Valdré (scarlet@cocco.net), psichiatra e psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana, vive e lavora a Genova. Cura da diversi anni le recensioni cinematografiche nel sito www.psychiatryonline.it e collabora alle recensioni di www.spiweb.it. Partecipa alla presentazione di film presso il Centro Psicoanalitico di Genova, e tiene un corso di Teoria Psicoanalitica presso l'università di Genova.

 

www.facebook.com/francesco.bollorino

www.antigonedizioni.com

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Commenti

Complimenti per il libro e l'arduo cimento, innanzi tutto. Poi mi metterei un po' dalla parte del cinema e riporterei una frase di Fassbinder, che mi sembra rappresentare bene il grande spazio che si apre alle nostre riflessioni di parte Psi...
La frase dice: "I films liberano la mente". In questo primario spazio liberatorio, tanto affine al e tanto diverso dal sogno, vi è la grande forza creativa e interattiva del cinema. In altre parole io, grande frequentatore di cinema, per nascita, crescita, e maturità, mi sono detto in conclusione che vado al cinema perché quando "pensa" lui non penso io; in quelle 2 ore lui può pensare per me. Poi dopo si vede. Ed è un miracolo.

Complimenti per il libro e l'arduo cimento, innanzi tutto. Poi mi metterei un po' dalla parte del cinema e riporterei una frase di Fassbinder, che mi sembra rappresentare bene il grande spazio che si apre alle nostre riflessioni di parte Psi...
La frase dice: "I films liberano la mente". In questo primario spazio liberatorio, tanto affine al e tanto diverso dal sogno, vi è la grande forza creativa e interattiva del cinema. In altre parole io, grande frequentatore di cinema, per nascita, crescita, e maturità, mi sono detto in conclusione che vado al cinema perché quando "pensa" lui non penso io; in quelle 2 ore lui può pensare per me. Poi dopo si vede. Ed è un miracolo.


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