Riflessioni (in)attuali
Uno sguardo psicoanalitico sulla vita comune
di Sarantis Thanopulos

I genitori e il sesso degli angeli

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6 dicembre, 2018 - 11:11
di Sarantis Thanopulos
Un dialogo tra Sarantis Thanopulos e Annarosa Buttarelli


 
Sarantis Thanopulos “Pare, Annarosa, che nel nostro mondo confuso la norma e la sua eccezione si sovrappongano. Mentre forte è la protesta nei confronti della proposta di legge del senatore Simone Pillon, che equipara il padre alla madre nell’affidamento dei figli, in caso di separazione, esponenti importanti delle lotte contro ogni forma di discriminazione si battono per l’affermazione legale di una definizione neutrale della genitorialità che distingue tra “genitore 1” e “genitore 2”.
A Salvini che rivendica una differenza tra madre e padre fatta di stereotipie sociali, che ne comprimono e rinsecchiscono il significato e la funzione, viene opposto uno schema più “stitico”: l’istituzione di una distinzione numerica che rimanda alle file di attese negli uffici e nei supermercati o alle precedenze gerarchiche. Sembrerebbe che, da una parte, la differenza venga usata come fattore discriminante, e, dall’altra, la distinzione che difende la parità, annulli la differenza, affidandosi a definizioni, convenzionali, omologanti e molto più vulnerabili all’arbitrio.”
 
Annarosa Buttarelli “Nella sostanza è così. Servono, tuttavia, alcune precisazioni. Salvini non ha in mente la differenza sessuale, ma quella di genere che sostiene storicamente lo schema del ruolo sociale basato sul sesso. È la mancanza di questo  sottile discernimento, difficilmente presente nelle coscienze, che rende possibile confondere gli argomenti di femministe radicali come me -per le quali l’esperienza delle donne di mettere al mondo bambini e bambine non è contrattabile- con gli argomenti patriarcali che vogliono mantenere la subordinazione delle donne assegnando loro il ruolo materno di “angeli del focolare”. Cosi ci si sente dire che le femministe radicali sono “di destra”.
Un malinteso senso dell’uguaglianza, e della “parità”, porta acqua al mulino di chi ha interesse ad affermare il “neutro”, un vertiginoso azzeramento della differenza sessuale. Come acutamente noti tu, sono proprio quelli e quelle che hanno tanto a cuore la lotta contro la discriminazione razziale e di orientamento sessuale, a voler rendere insignificante la ricchezza della differenza tra uomini e donne, perfino quella biologica e fisiologica.”
 
Sarantis Thanopulos “Perdono di vista il fatto che le origini della discriminazione non sono nelle differenze di nascita o sessuali, ma nella proiezione di un proprio limite nell’eccezione alla “normalità”, vera o immaginaria, dell’altro. Annullare le differenze -che rendono i limiti dialoganti e elaborabili- con la definizione legale  di identità indifferenziate, porta alla discriminazione, più temibile, di chi al “neutro”, al chiuso in sé, non vuole adattarsi. Se le forze attrattive che legano i nostri idiomi psicocorporei, vengono ridotte a una grammatica di “generi” sociali, la vita ruota attorno al “sesso degli angeli” e l’uniformità, supposta uguaglianza, svilisce la profondità erotica della donna e della maternità”
 
Annarosa Buttarelli “Suppongo, Sarantis, che per te ruotare attorno al “sesso degli angeli”, sia un parlare a vuoto se poi essi non hanno una vita erotica. Tuttavia si tratta solo di portare in salvo la profondità del desiderio delle donne e della maternità o dobbiamo anche introdurre nella riflessione l’unicità della relazione materna? L’uniformità per legge, va nella direzione di moltiplicare le forme esterne della maternità, neutralizzandola. La differenza vera inizia, invece, a germogliare all’interno della relazione materna, per il differente rapporto con il corpo della madre che un bambino è costretto a riconoscere come per sempre diverso dal suo, rispetto a una bambina che potrà coltivare la coscienza di stare in un continuum materno.”

       

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Commenti

Ma non era la psicanalisi che diceva che la visione consapevole o meno del membro e del sesso dei genitori causava traumi? No davvero? Avete cambiato idea?
E la questione semantica, che non c'entra proprio nulla con il trauma infantile dove la mettiamo?

Partiamo da un'analisi di realtà... donna e uomo e intersessuali sono diversi, per fortuna... Altrimenti non potremmo avere transessuali e cisgender... inoltre non avremmo neanche bisessuali omosessuali pansessuali e eterosessuali (che sono la maggioranza). Quindi le differenze esistono e le parole pure... LGBTTIQQPAE tanto per farne una sigla, sono solo alcune possibilità...

Adesso ditemi voi, sostenitori della differenza (di comodo)... e il Padre Ignoto...? e la madre che abbandona il figlio? Dove li mettiamo? E il quarto terzo quinto genitore dopo il divorzio? Vale pure lui o lei lo sapete?

Allora chiariamo... la semantica serve a capirsi... Se i genitori si chiamanoo Ludovico e Maria si capisce anche se c'è scritto GENITORE, mentre se sono Antonio e Mario, la differenza secondo voi si perde o resta perfettamente rispettata? e con Maria e Federica? siete andati in confusione con Andrea, ammettetelo e pure con i nomi stranieri... certo... questo problema esiste...

Genitore 1 Genere ... M/F/T Genitore 2 Genere M/F/T è probabilmente una soluzione molto più razionale, complessa ma razionale...
Ah sia chiaro anche il soggetto sarebbe... Nome... Genere... M/F/T.... ma è lunga spiegarvi perché...
OK lo faccio... T è tertium datur (quindi intersex, gender variant e trans)...

Complicato? Mezz'ora sul PC del Ministero, secoli di discussione tra omofobi e liberali... un voto a favore e abbiamo chiuso con una patta tra genitori M/F/T.... Tutti genitori ma con le... p... bene in evidenza...

AH SI in questo post siete stati FALLICI invece che castranti ma era più semplice spiegarvi i fatti...


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