GROUNDING
PTSD Stress Post-Traumatico: che fare?
di Raffaele Avico

LA RICERCA DI SICUREZZA: TEORIA POLIVAGALE E PTSD

Share this
18 febbraio, 2019 - 16:36
di Raffaele Avico

Questa immagine, tratta dal lavoro di Stephen Porges e la sua Teoria Polivagale, sintetizza il processo con cui creiamo a partire da una valutazione dell'ambiente (sia interno che esterno), la nostra personale risposta allo “stimolo”. Come si nota, la nostra presenza nell'ambiente presuppone un momento di “valutazione“ dell'ambiente stesso, che Porges chiama Neurocezione.

Da qui sono possibili tre risposte (colorate in modo differente). Da notare che “il volto riflette lo stato polivagale”, ovvero: dall'osservazione del volto è possibile comprendere quale delle risposte in seguito riportate, sia messa in atto. Le risposte sono programmate filogeneticamente e ordinate secondo la sequenza VERDE, GIALLO, ROSSO. Ovvero, la risposta sociale (verde), come sotto approfondito, viene tentata per prima, quindi interviene quella gialla (a seguito del fallimento della verde) e infine la rossa.

Come si nota, questa visione supera il concetto di “dualismo antagonista” del sistema nervoso, proponendo una visione triplice (tre tipi di circuiti coinvolti e di risposte differenti messe in atto), con il sistema nervoso autonomo più antico inteso come “perno” a unire salute mentale e salute fisica. Porges si chiede, infatti, se il modello medico orientato a curare l'”organo”, non sia limitativo e ottuso, visto che “le specialità definite in base agli ‘organi’ partono dal presupposto che la disfunzione abbia origine in un organo specifico e non nella regolazione neurale (SNA)”, aspetto che escluderebbe il SNA dal “gioco” diagnostico, ribattendo ancora un volta, ed erroneamente, la linea di confine tra salute psichica e salute fisica.

LE TRE RISPOSTE

La risposta sociale, verde, è una risposta pro-sociale, che contempla la possibilità di interagire con lo stimolo. Nella slide sorpa riportata (fornita da Porges stesso) viene evidenziato che questa risposta “favorisce l'omeostasi viscerale”, ovvero che soggettivamente viene percepita come una risposta vissuta con benessere (secondo le parole di Porges, questa risposta “ottimizza la capacità di riposare, rilassarsi, dormire, digerire e di eseguire i processi del corpo”; alcune pratiche suggerite da Porges per favorire questo tipo di risposta, sono: Ascolto; Interazioni sociali faccia a faccia; Canto; Strumenti a fiato; Esercizi di respirazione)

La risposta gialla è una risposta di mobilizzazione, e coinvolge il sistema nervoso autonomo simpatico. I segni dell'attivazione del sistema nervoso autonomo simpatico, sono:

  • tachicardia
  • sguardo velocizzato e mobile, alla ricerca di punti di repere nell'ambiente circostante
  • vasocostrizione delle periferie del sistema circolatorio (mani fredde, piedi freddi)
  • diminuita mobilità del tratto digerente
  • generale velocizzazione del pensiero, impegnato alla ricerca di soluzioni per risolvere lo stato di allarme (fuga/attacco)
  • broncodilatazione e respiro accelerato

Questa risposta fisica, mediata da una risposta autonoma del sistema nervoso, ci racconta di una minaccia percepita e di una tentativo da parte dell'individuo di mobilizzarsi per fuggire o, all'estremo, lottare. In questo stato mentale, viene perduta la possibilità di ragionare in modo riflessivo e, di fatto, di mantenersi in uno stato di “mindfulness”, ovvero di permanenza consapevole nel presente. Il pensiero riflessivo “collassa”, così come anche collassano la memoria e, in casi estremi, il linguaggio (non ci si ricorda nulla o non si riesce a parlare -pensiamo per esempio a uno stato di forte attivazione simpatica da parte di un individuo che debba presentare un discorso davanti a una platea, e venga colto da uno stato di forte attivazione allarmata).

La risposta rossa, infine, mediata da quella che Porges definisce branca “dorsovagale” del nervo vago, prevede un forte effetto di “freno” e di blocco: la persona ha una risposta di immobilizzazione spaventata e, nei casi più estremi, risponde con una sincope vasovagale, svenendo (quello che in passato sarebbe stato definito “venir meno”). Questa rappresenta una risposta naturale a una forte minaccia per la vita, osservabile in modo molto facile in natura. Peter Levine, per esempio, nel suo “Somatic Experiencing”, ci racconta di come l'osservazione degli animali descriva comportamenti e risposte post-traumatiche molto simili a quelle umane, tra cui appunto la risposta di sincope o di “finta morte”.

In generale, la teoria polivagale sottolinea l'impatto della regolazione autonoma mediata dal sistema nervoso, sugli organi del corpo, la mobilità dei visceri, l'espressività del volto, di fatto costituendosi come nuovo punto fermo da cui partire per studiare e comprendere le risposte post-traumatiche. Qui un approfondimento

raffaeleavico.it
 

 

> Lascia un commento



Totale visualizzazioni: 7700