Riflessioni (in)attuali
Uno sguardo psicoanalitico sulla vita comune
di Sarantis Thanopulos

Greta Thumberg i Fridays for future e lo spirito della democrazia.

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29 settembre, 2019 - 09:20
di Sarantis Thanopulos
Dialogo tra Sarantis Thanopulos e Ferdinando Menga[1]
 
Ferdinando Menga: “La prima sfida che Greta Thumberg e i Fridays for future lanciano alle nostre democrazie liberali è nel coinvolgere, come attivissimi e coraggiosissimi attori della protesta, una miriade di soggetti giovanissimi, ai quali non è nemmeno riconosciuta la piena capacità giuridica. Trattandosi, inoltre, di proteste prevalentemente orientate al benessere di individui futuri, a venire sfidato è proprio il tempo con cui perlopiù operano le democrazie odierne, tutte ripiegate su azioni a corto raggio a motivo della spasmodica preoccupazione di riconferme elettorali. La situazione del tutto inquietante di fronte a cui, perciò, si trovano le democrazie occidentali contemporanee è che il genuino anelito verso l’avvenire si sottrae ai classici luoghi istituzionali, per divenire appannaggio di quella che potremmo chiamare l’alleanza fra i vulnerabili di oggi e i vulnerabili di domani.”
 
Sarantis Thanopulos: “La contestazione da parte dei giovanissimi della sordità incallita del mondo adulto misura l’incuria che sta devastando la democrazia. Quando i cittadini calpestano il futuro dei figli, vivendo in un tempo fermo che cancella il giudizio, senza passato e col presente che scorre sotto i loro piedi, non si capisce quali decisioni debbano prendere e qual è l’interesse comune che li unisce. Il diritto a decidere è oggi alienato dalla dittatura dei sondaggi: un attacco alla libertà di pensare, la misurazione ossessiva dei cambiamenti umorali dell’‘opinione pubblica’, l’entità più immobile e manipolabile che esista. La democrazia non sopravvivrà alla demagogia demoscopica, alla montatura continua delle emozioni del momento. Chi di noi affiderebbe la decisione di una cosa minimamente importante della propria vita a queste emozioni, senza raccomandarsi alla divina provvidenza?”  
                              
Ferdinando Menga: “Il successo di Greta e i suoi amici è certo spia di disagio e inquietudine, ma ha anche un grande valore propulsivo, da cui le democrazie potrebbero trarre l’ingiunzione a riattivare la loro vocazione più profonda, spostando il baricentro dal presente al futuro, cioè recuperando una visione politico-culturale che non sia più solo piegata al calcolo economico immediato. Ne consegue l’esigenza di contrapporsi alle odierne ondate populiste e sovraniste, che, presumendo di dar voce a fantomatici bisogni presenti nel corpo sociale, rifiutano per principio il giro lungo delle mediazioni, le visioni di ampio respiro, e di fatto avallano le stesse logiche liberiste contro cui s’inalberano solo a parole. Invece la vera scommessa della democrazia sta nella sua capacità di costruire il mondo come luogo d’accoglienza per quelli che Hannah Arendt definiva “i nuovi venuti”.
  
Sarantis Thanopulos: “Le visioni di ampio respiro nascono nei vulnerabili che non hanno sostato troppo a lungo nella vulnerabilità per diventare cinici o rassegnati. La vulnerabilità è l’acuta percezione di un rischio che, al tempo stesso, rivela un aspetto irrinunciabile della propria esistenza. L’evidenza di una natura saccheggiata crea disagio agli adolescenti perché mette a fuoco la loro percezione di un mondo costruito a caso. La ribellione all’opacità libera il loro sguardo. La consapevolezza che la posta in gioco è la vita intera (e non il tempo di domani) allunga internamente, prima che la configurino esternamente, la loro prospettiva. L’alleanza tra gli adolescenti di oggi e quelli di domani può essere un salto nel buio creato dal vuoto degli adulti. Eppure la forza dei “nuovi venuti” -gli adolescenti e i migranti- sta proprio nella vulnerabilità che li porta a immaginare, inseguire, afferrare il futuro. Il loro alleato è il viandante in noi: difende la terra come suo approdo continuo, fonte perpetua del suo senso del mondo.”
 

[1] Ferdinando G. Menga (1974) è professore associato di Filosofia del Diritto presso l'Università della Campania “Luigi Vanvitelli” ed è Adjunct Research Fellow presso l'Università di Tübingen.
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