Gli scritti contenuti nel testo di Nicola Neri “Il Bordo, due favole border-line", edito per SE (Studio Editoriale), provano a esplorare il concetto di bordo utilizzando una chiave narrativa.  

Che cos’è il bordo? È sinonimo di confine, di stadio intermedio o di frontiera tra due posizioni opposte: per esempio tra interno ed esterno, sé e altro, nevrosi e psicosi e così via. Ma è anche una delle due parole che compongono il nome di un disturbo psichico frequente e discusso: il disturbo di personalità borderline.  

Con un approccio narrativo, metaforico l’autore invita ad attraversare il bordo quasi si trattasse non più soltanto di un concetto (sinonimo di precarietà) ma di un vero e proprio spazio dotato di più dimensioni. Se il bordo assume materialità, consistenza, abitarlo diventa un progetto possibile. Costruire la propria casa su un limite, trovare stabilità su un confine: sono le proposte di questo libro. 

La novella giudiziaria e la favola metafisica che lo compongono portano il lettore dentro la natura contraddittoria e sfuggente di questo concetto così ambiguo, invitandolo a prendere parte a un’avventura fuori dal principio di non contraddizione. 

Se il bordo è un luogo altro e dotato di qualità specifiche, che cosa significa abitarlo, come si vive sul, nel bordo?  

Nel provare a rispondere a questa e ad altre domande, il testo diventa un viaggio iniziatico dentro un continente-crinale, tra interno ed esterno, logica e follia, tra sé e l’altro, naturali e travolgenti antinomie che caratterizzano il bordo e le sofferenze che ad esso si legano.  

Più vicino alla poesia che al saggio scientifico, “Il bordo” è un diario di viaggio su un pianeta che non esiste pur essendo per molti reale.  

L’invito che Neri fa al lettore nell’Introduzione sintetizza il progetto di questo testo: immaginando di allungare e seguire la line contenuta nel termine borderline, questa linea dove potrebbe condurci?