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La ricerca scientifica si avvale sostanzialmente di due strategie di ricerca che possiamo definire una intensiva e l'altra estensiva. La prima, che viene effettuata su campioni limitati o anche su casi singoli, non risponde ad una metodologia rigidamente formalizzata e prevede la raccolta di numerose informazioni che, nel loro complesso articolarsi tra loro, possono fornire al ricercatore elementi per formulare nuove ipotesi.

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La valutazione standardizzata dei disturbi psichici era affidata, in passato, agli psicologi i quali utilizzavano batterie di test psicologici, in particolare psicometrici e psicodiagnostici, che richiedevano, per la loro somministrazione ed interpretazione, una particolare preparazione e tempi di solito abbastanza lunghi: questo ha rappresentato un serio ostacolo ad una più ampia diffusione della valutazione standardizzata della patologia psichiatrica.

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La valutazione clinica standardizzata deve rispondere ad alcune regole fondamentali ben espresse per la medicina in generale da Deyo e Carter (1992), ma ampiamente valide anche per la psichiatria:

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Il colloquio psichiatrico, per quanto abbia insite anche valenze di altro tipo e significato, ha innanzitutto uno scopo informativo ponendosi, in sostanza, quattro obiettivi:

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BIBLIOGRAFIA

American Psychiatric Association: Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fourth Edition. Washington, DC, American Psychiatric Association, 1994.

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Le RS esplorano, come vedremo più avanti, i diversi aspetti che caratterizzano un'entità psicopatologica e ne danno una valutazione quantitativa (in termini di gravità o di frequenza). Gli strumenti che richiedono una risposta dicotoma (SI/NO, presente/assente) sono strumenti di rilevazione più che di misurazione ed è improprio perciò chiamarli RS.


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