Peso: 
5

La valutazione può richiedere livelli diversi di complessità; ad un livello più elementare, al valutatore può essere richiesto di registrare semplicemente la presenza o assenza di una ben definita "unità" di comportamento (p. es., "Il p. piange", "Il p.

Peso: 
3

La valutazione deve sempre coprire un arco di tempo definito, appropriato a ciò che ci proponiamo di valutare; esso può variare dal momento della valutazione a tutta la vita del paziente, ma per essere confrontabile deve essere costante per lo stesso strumento e nell'ambito della stessa ricerca. La scelta dell'intervallo di tempo da prendere in considerazione dipende da ciò che vogliamo misurare e per quale scopo.

Peso: 
2

Il numero ottimale degli item di una scala dipende da molteplici fattori quali il tipo di area esplorata, le finalità (valutazione diagnostica o quantitativa), il valutatore (auto o eterovalutazione), la frequenza con cui viene applicata allo stesso soggetto, il tipo di ricerca, ed altro ancora.

Peso: 
1

Come già abbiamo avuto occasione di dire, gli obiettivi della valutazione standardizzata, nell'ambito della clinica, sono essenzialmente quelli di un più preciso inquadramento diagnostico, di una chiara definizione del quadro psicopatologico, di una misurazione della gravità dei sintomi, di un monitoraggio degli effetti dei trattamenti.

Peso: 
8

Faravelli C: Le scale di valutazione in psichiatria. Quaderni Italiani di Psichiatria, 2:97, 1983.

Poli E, Faravelli C, Marchetti G: La valutazione dei sintomi psichiatrici. Rassegna di Studi Psichiatrici, 70:10, 1981.

Peso: 
7

I diversi approcci all'affidabilità che abbiamo descritto, servono a documentare l'assenza di errori nella valutazione mediante RS; c'è però un modo diretto per calcolare l'entità dell'errore legato allo strumento ed è l'errore standard (o standard error - SE) che è, in sostanza, una stima della deviazione standard dell'errore.

Peso: 
3

Una misura può essere considerata "buona" se è affidabile, sensibile e valida; l'affidabilità (reliability) dipende dalla consistenza dello strumento (i cui item devono misurare sempre ed allo stesso modo la stessa entità), la sensibilità è la sua capacità di discriminare fra fenomeni diversi, la validità (validity) dipende dall'accuratezza con cui misura ciò che si

Peso: 
9

Questo carattere paradossalmente oggettale del soggetto inquadra la terza teoria lacaniana della soggettivazione. La soggettivazione non si dispiega più né come simbolizzazione dell’immaginario delle identificazioni, né come risoggettivazione storica del proprio passato. L’essere oggettale del soggetto — freudianamente il suo essere pulsionale — ci mette di fronte non tanto alla separazione tra io e soggetto ma all’espressione oggettale del soggetto.


Totale visualizzazioni: 1155