Intervista a P. Carbonatto

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27 novembre, 2012 - 20:21

(A cura di W.Natta e S.Guida)

D: Come vede il rapporto tra MMG e psichiatri?
R: Ovviamente non si possono fare molte generalizzazioni perché la situazione varia molto da zona a zona. Ci sono alcune zone in Italia dove si sono realizzati dei modelli di collaborazione molto funzionali, altre invece dove la situazione non è altrettanto facile.
In genere comunque penso di poter dire che tra MMG e psichiatri ci sono buone possibilità di collaborare perché ci sono grosse affinità tra medicina generale e psichiatria.
Bisogna dire che il modello di collaborazione a cui si può realisticamente aspirare non credo possa essere quello di servizi psichiatrici territoriali che si occupano a fondo di pazienti con disturbi dell'umore o disturbi d'ansia. Il modello più facilmente applicabile può essere quello della consulenza. In alcune zone, come Bologna, si è già fatto qualcosa in tal senso, creando all'interno dei servizi psichiatrici un servizio di consulenza fornito dagli psichiatri ai MMG che sanno così di potersi rivolgere ad uno specialista senza necessariamente che quest'ultimo debba impegnarsi a visitare direttamente il paziente. 
D: Quali sono secondo lei le ragioni per cui molti pazienti con problemi psichiatrici si rivolgono ad uno specialista neurologo anziché ad uno psichiatra?
R: Bisogna cominciare con alcuni riferimenti storici. Fino alla fine degli anni '70 neurologia e psichiatria costituivano un'unica branca della medicina e questo è un dato che già da sé può spiegare parte della problematica.
Attualmente la spiegazione più realistica di questa situazione è da ricercarsi nello stigma che colpisce la figura dello psichiatra, considerato da molti come il 'medico dei pazzi' mentre il neurologo viene percepito come il medico di riferimento per i pazienti 'nervosi'.
D'altro canto adesso è diventato difficile per il medico di base anche proporre una consulenza dal neurologo per problemi puramente neurologici perché il paziente associa il neurologo alla malattia mentale.
Altro motivo che può spiegare la tendenza del medico di base a non inviare il paziente allo psichiatra è la carenza strutturale dei servizi psichiatrici che a mala pena sono in grado di seguire gli psicotici gravi cronici. Il MMG che si trova in difficoltà a seguire da solo un paziente depresso può trovarsi costretto ad inviare il paziente dal neurologo in sostituzione di una corretta consulenza psichiatrica. La situazione è tale per cui in molte zone i neurologi che lavorano in ambulatorio seguono prevalentemente pazienti psichiatrici.
Ovviamente questo discorso vale per l'assistenza pubblica, essendo sempre possibile inviare il paziente ad uno psichiatra in ambito privato.

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