Intervista a P. Livrea

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26 novembre, 2012 - 14:06

D. Ci parli del rapporto tra neurologia e arte. Uno dei temi trattati in questo congresso
R. L'arte ha origine nelle funzioni e nella struttura del cervello umano. Gli artisti possono aiutare tanto a comprendere il cervello che è dentro di noi quanto il mondo che è intorno a noi. Parallelamente, gli effetti clinici di lesioni del sistema nervoso ed i dati ottenuti con tecniche avanzate tra cui la Risonanza Magnetica Funzionale e la Tomografia ad Emissione di Positroni, possono aiutare a chiarire molti quesiti ancora irrisolti sulla natura dell'arte. Recentemente una nuova area di ricerca si è sviluppata nell'ambito delle Neuroscienze: la “Neuroestetica”. La rivista Nature ha pubblicato nel 2005 due importanti editoriali sul tema. In uno (Nature, 434, 312-315) vengono riassunti i rapporti tra musica, elaborazione dei suoni, strutturazione del linguaggio, specializzazione emisferica, genetica, apprendimento, abilità motorie, sviluppo e plasticità del sistema nervoso, emozioni. Nell'altro (Nature, 434, 301-307) vengono presentati dipinti in cui artisti costruiscono realtà deviate dal mondo fisico, usando od abolendo i contorni, dando diverso peso alla prospettiva, alle ombre o al colore, trattando analiticamente o sinteticamente le immagini, con procedimenti che ripropongono selettive modalità di elaborazione della visione da parte del sistema nervoso. Da decenni, presso le sedi di Londra (University College) e di Berkeley, lo “Institute of Neuroesthetics” studia le basi biologiche dell'estetica ed i processi di coscienza e di creatività espressi da meccanismi cerebrali; ad esso ed al prof. Semir Zeki, Direttore del Laboratorio di Neurobiologia, si devono conoscenze fondamentali sia sull'integrazione dei processi visivi, sia sull'elaborazione del giudizio di bellezza, legato non alle sedi della sensazione - così come intuito da Kant- ma al ruolo di una specifica area cerebrale localizzata nella corteccia orbito-frontale mediale. 
Nel XXXVII Congresso della Società Italiana di Neurologia il tema ha avuto numerosi richiami. Una delle Letture Magistrali dal titolo “I pittori ed i percorsi della memoria”, tenuta dal prof. Lamberto Maffei, ha esaminato i legami che intercorrono tra pittura, arricchimento delle esperienze ambientali, memoria e plasticità del sistema nervoso. Il tema “Musica e Neuroscienze” è stato illustrato dal prof. Giuliano Avanzini, anche con riferimento alle relazioni tra epilessia e musica. Il tema delle immagini create senza sensazione esterna, esempi di come il sistema nervoso possa produrre peculiari “visioni interne”, è stato trattato dal prof. Marco Onofrj, che ha riassunto caratteristiche e meccanismi patologici induttori delle “Allucinazioni visive”dal prof. Giuseppe Nappi, che ha proposto il modello della “Aura emicranica”, fase iniziale della crisi dolorosa nel 15-40% circa degli emicranici, con contenuti visivi irreali creati in specifiche aree cerebrali (è interessante ricordare che Giorgio De Chirico soffrì gravemente di emicrania), dal prof. Luigi Ferini Strambi che, con riferimento ad “Immagini e contenuti dei sogni nelle patologie neurologiche”, ha esaminato il ruolo del sonno nell'attività dei generatori cerebrali di immagini e delle loro alterazioni in corso di malattie. Per sottolineare il legame tra Arte e Neuroscienze, nell'ambito del Congresso si svolge una Mostra di Pittura, con Opere di Artisti Pugliesi tra Ottocento e Novecento dalle Collezioni della Pinacoteca Provinciale di Bari, presentate dalla prof. Clara Gelao.
Alterazioni dell'espressione artistica sono di particolare interesse in Neurologia. Lesioni di regioni cerebrali specializzate nell'elaborazione di suoni possono indurre incapacità selettiva nel percepire ed apprezzare la musica (“amusia”), senza altre disfunzioni concomitanti. L'amusia può riscontrarsi, frequentemente con familiarità, anche un ristretto numero di persone peraltro normali. In diverse forma di Demenza, l'espressione artistica si altera con modalità drammaticamente differenti. Nella Malattia di Alzheimer si assiste ad una perdita progressiva dei contenuti espressivi e percettivi, con alterazioni del senso cromatico, alterazioni dell'organizzazione spaziale delle figure, semplificazione dell'immagine a contenuti elementari.
L'espressionista Willem de Kooning, affetto da Demenza di Alzheimer, è un esempio di questa trasformazione. Nella Demenza Frontotemporale, se la patologia prevale nell'emisfero sinistro, si ha un'esplosione di raffinata creatività figurativa e musicale; ad esempio, durante tale malattia Ravel ha composto il “Bolero” ed il “Concerto per mano sinistra”. Analogo meccanismo di liberazione è supposto nell'Autismo infantile, nel corso del quale il 20% dei bambini, pur non comunicando con l'ambiente, è in grado di produrre disegni di straordinario realismo. L'educazione musicale in età infantile e l'arricchimento delle esperienze, anche visive, attivano meccanismi di plasticità del sistema nervoso attraverso i quali nuove connessioni vengono costruite tra neuroni e tra aree cerebrali. Lo sviluppo delle conoscenze sulla comunicazione tra sistema nervoso e ambiente, all'interno della quale l'arte è parte consolidata dall'intera storia dell'uomo, potrà avere importanti implicazioni nella prevenzione e nella riabilitazione di disordini neurologici. 

(a cura di F. Bollorino e A.Tinelli)

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