VIRTUALE E DINTORNI...
Cosa ci racconta la rete
di Francesco Bollorino

UNO SGUARDO AL PASSATO... Facebook e la potenza della profilatura degli utenti

Share this
4 febbraio, 2014 - 23:03
di Francesco Bollorino
Questa sera attorno alle 21 (CET) attorno alle 12 a Palo Alto, California Facebook, in occasione del  decimo anniversario della sua cavalcata reale e virtuale dalle stanze di un college di Harvard ai fasti di Wall Street, ha iniziato a rilasciare su ogni profilo degli utenti del Social Network più ubiquo che la storia della comunicazione ricordi un video intitolato "Uno sguardo al passato" dove in un minuto viene riassunta la presenza dell'utente sul proprio profilo.

Si tratta di una evoluzione del progetto che a fine anno aveva regalato agli utenti un "riassunto" dell'anno appena concluso e  si  tratta soprattutto della dimostrazione dell'abilità comunicazionale dei vertici del gruppo e la reificazione della potenza degli algoritmi di profilatura che il sistema possiede e gestisce.
Come è stato possibile realizzare un prodotto di  tal fatta per una massa incredibile di utenti?

Beh, stabilito uno storyboard fisso declinato in tutte le lingue possibili come titolatura e scelta con cura la musica e i punti di attacco dei cambi immagine e degli stacchi, ci si è basati "semplicemente" sui dati in posseso del sistema nell'ambito dei "comportamenti tracciati" messi in atto dagli utenti e accuratamente memorizzati dal database che gestisce ogni passo della nostra "vita on line" su Facebook, affidando ad una rete di computer il compito di realizzare questi video in totale automazione.
La massa di dati da cui i creativi di Facebook potevano pescare è sicuramente enorme (e per certi versi inquietante) ma i criteri usati sono stati essenzialmente due: il "tempo" e il "livello di interazione" , i famosi "mi piace" che costellano tutti i post proposti su Facebook: intrecciando questi dati è stato  possibile creare questi video con un grado altissimo di personalizzazione "apparente" e di coinvolgimento emotivo (anche perché creati a partire dalle informazioni create e scelte dal singolo utente per essere pubblicate sul suo profilo nel social network) pur partendo da una base unica di organizzazione del materiale con un processo assolutamente automatizzato.
Un lavoro bellissimo, geniale che ha colpito al cuore molte persone (io tra quelli) e che rappresenta la dimostrazione non solo della abilità dei gestori e dei creativi dell'azienda ma anche la conferma che Facebook è un luogo essenzialmente emotivo dove il sentimento predominante è la nostalgia il cui significato oggi Sarantis Thanopulos ha mirabilmente spiegato nel suo ultimo post per la rivista.. un caso? una coincidenza? Una ragione di più per andarlo a  leggere seguendo il link....

> Lascia un commento


Commenti

Caro Francesco,
L'operazione di facebook e' molto interessante, l'algoritmo rimanda una immagine di se che può corrispondere o no all'immagine che ciascuno di noi ha nel proprio mondo interno.
Certamente e' una immagine cronologica che e' costruita sulla base delle fotografie postate.D'altra parte, se uno posta quelle foto le vuole evidentemente condividere e se le vuole condividere ritiene che siano oggetti parziali che contengono parti di se.
A rigore non possiamo parlare di neuroni specchio, anche perche' questi si attivano vedendo i movimenti dell'altro,ma i neuroni specchio fanno parte del nostro mondo interno,qui invece tutto avviene all'esterno di noi,o meglio riguarda il nostro "avatar" il nostro profilo, ciò che noi desideriamo fare vedere di noi stessi agli altri avatar.
La rete facebook ci rimanda la nostra immagine così come risulta dai mi piace dei nostri amici.
Possiamo parlare di immagine che ci invia l'altro generalizzato,come direbbe George Mead o il Grande Altro di Lacan.
E' interessante vedere, un po' come un test proiettivo, se questa immagine corrisponde in tutto o in parte al proprio io-ideale o se ne discosta molto.E se questo succede chiedersi perche'
Un abbraccio
Leo

Sono assolutamente d'accordo ma aggiungo che l'aspetto stupefacente e inquitante insieme è rappresentato dalla mimesi dell'intervento umano: sono riusciti a creare un modello di video che sembra davvero fatto dall'utente in vena di amarcord, per restare dalle tue parti... al punto che in tanti "amici" si sperticano in complimenti per "L'autore" pensando che il prodotto sia stato fatto dal titolare dell'account.
E' evidente che l'affinamento dell'algoritmo di scelta ha goicato un ruolo essenziale accoppiato al fatto da te giustamente sottolineato che sono state scelte foto o "stati" proposti da noi sulle nostre pagine e come tali molto riconducibili a noi.. al nostro io ideale o quanto meno allo stato d'animo di quel momento e come tali obiettivamente specchio di noi e delle nostre emozioni transeunti...

A me che uso il PC dal 1996 e sono un 'maniaco' della rete (e di fb in particolare), ha fatto un bell'effetto. Debbo dire un'idea geniale: il video ha tracciato in pochi secondi molte delle mie emozioni e delle immagini emotive di un periodo della mia vita. Bravi!

se pensi Gennaro che tutto è stato scelto sulla base di algoritmi e senza alcun intervento umano se non nella fase di progettazione e di impostazione dei comandi da dare al database il risultato ha del miracoloso in quanto a mimesi di un montaggio fatto direttamente dal legittimo intestatario dell'account.
Distiguerei cioè tra l'idea di realizzare un video montando in maniera elegante immagini tratte dalla pagina Facebook di ognuno e la sua realizzazione attraverso un utilizzoa vanzato di una potente rete di PC e di un altrettanto potente database relazionale.

La meraviglia dei neuroni a specchio, dell'empatia, della suggestionabilità, dei trucchi da ciarlatani, dell'impossibilità di misurare il disagio di chi non lo ha gradito o il drop out di chi non lo ha chiesto. La capacità di accontentarsi...
La musica e il ritmo, sono alla base di questo prodotto che è un vero e proprio spot, e che purtroppo non ho capito come salvare sulla mia bacheca.
Le frasi scelte per me tra le mille che ho scritto, erano proprio le mie....come le foto che ho messo perchè mi emozionavano, erano proprio quelle...
Se ho scritto A con emozione...rivederla riproduce A con l'aggiunta suggestiva della musica...
I post che sono i miei e che sono piaciuti maggiormente, sono quelli che ho già condiviso con emozione condivisa B in passato ed ora la rivedo con la medesima emozione B, sapendo che era stata molto condivisa, perchè lo spot lo dice...ed io non posso verificarlo!
Nel mio caso alcune foto sono sbagliate, ma l'algoritmo che cerva foto single, foto di coppia, foto in famiglia e foto di gruppo, essendo io single...ha sbagliato!
Se avessi avuto un partner o una famiglia ovviamente avrei messo foto che rappresentavano in quel momento l'emozione C.
Ora A+B+C= emozione per creduloni condita da musica e frasi magiche.
La musica...ecco cosa ci produce il sentimento della nostalgia o meglio della melanconia. Tra i grandi registi Fellini insegnandolo lo ripeteva spesso di ricordarsi che ogni musica, anche la più allegra, assoviata ad immagini, anche le più allegre produce costantemente MELANCONIA!
Ta ratatà tatà aàaaaaa

Si Francesco, capisco quanto dici, ma io questa novità la percepisco con almeno un doppio registro, una doppia anima. L'anima "pop-folk" necessariamente costruita dentro codici comunicativi di stampo tele-visivo che risuona come la tua e si lascia trasportare emotivamente.
Ma c'ho pure un'anima, o uno sguardo, più critico che legge questa novità soffermandosi proprio su quella "apparente" personalizzazione che tu sottolinei e riflette su come sia facile costruire consenso basandosi su questa particolare seduta di foto-terapia. E la cosa mi lascia alla fine piuttosto freddino a dire il vero.
Ciao.

Ciò che lascia perplessi è il livello di coinvolgimento che un sistema automatizzato riesce a generare nell'interlocutore "umano" un po' come al tempo e Elisa.. ricordate?
Ovvero qunato questo video generato sia chiaro in totalòe automatismo ci rappresenta veramente?
quanto cioè i criteri scelti per la selezione dell'immagine generano poi un "prodotto" in cui riconoscersi?
Resta uan "genialata" mediatica e una indubbia dimostrazione di potenzialità dei mezzi informatici oggi disponibili.. certo... il grande fratello è proprio alle porte... o no?


Totale visualizzazioni: 1865