Riflessioni (in)attuali
Uno sguardo psicoanalitico sulla vita comune
di Sarantis Thanopulos

IL COMPLESSO DI MEDEA: Pensiamo che sia poca cosa per una donna?

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25 marzo, 2014 - 18:03
di Sarantis Thanopulos
Una donna ha ucciso le sue tre figlie  perché abbandonata dal marito per un'altra si è sentita disperatamente sola. Dopo avere cercato per una settimana sostegno nella convinzione che le figlie fossero la sua forza, alla fine le ha uccise sgozzandole. Aveva l'intenzione di uccidersi ma non ce l'ha fatta. Non per mancanza di coraggio: il suicidio non faceva parte del suo destino. Ha ucciso le figlie per recidere senza tentennamenti il legame con il marito. Con un unico gesto si è appropriata della vita delle figlie, separandole per sempre dall'uomo (dal padre ma anche da ogni futuro sposo), e ha colpito nel modo più spietato il traditore nella sua virilità (privandolo della sua prole). L'idea che il suo legame con le figlie fosse la sua forza aveva evidentemente un substrato perverso. Il delitto di questa madre ci appare come atto contro natura, impensabile. L'orrore è giustificato ma questo infanticidio ha una radice sociale che ci inchioda nella nostra parte di responsabilità.

Quando Giasone chiede a Medea perché ha ucciso i figli lei gli risponde che l'ha fatto perché lui aveva tradito il loro letto coniugale. Giasone è costernato: "E tu per questo hai ucciso i figli?" riesce a chiederle. La risposta di lei è una verità di intensità sconvolgente la qui forza è pari all'ottusità con cui rifiutiamo di riconoscerla: "Credi che sia poca cosa per una donna?"
La donna ama con una passione, che trovando uno spazio adeguato per il suo dispiegamento, non conosce compromessi e calcoli. La sua apertura all'oggetto desiderato è capacità di sostare nei luoghi  dove sfumano i confini e dove il senso della vita diventa esperienza vissuta che rifugge le definizioni e la normatività. Senza l'amore di cui la donna e capace, senza la sua capacità di trasmettere all'uomo la sua profondità di coinvolgimento nessun incontro con l'altro ha fondamento, dimora reale in cui alloggiare e crescere.
La nostra civiltà è il tentativo di imbrigliare questo amore, di cui sarebbe temerario fare a meno, nelle maglie di un ragionamento che tiene conto della realtà oggettiva che esige limiti e definizioni e trova nell'uomo un complice più che interessato inconsapevole (delle conseguenze nefaste che il vantaggio improprio che la sua tendenza alla razionalità gli assegna ha sul destino del suo desiderio). La passione della donna è vulnerabile: il tessuto del suo coinvolgimento se resta privo dell'incontro si sfilaccia e cede, diventa polvere. Nulla è più facile che deludere mortalmente una donna perché più dell'uomo la donna si affida all'incontro, si espone senza reti di protezione (più che a ricerche di genere bisognerebbe fare affidamento a Emma Bovary e ad Anna Karenina). La delusione della donna è una cosa ben più terribile di quella dell'uomo perché annulla senza appello la maternità. La pretesa che la donna sia madre indipendentemente dalla sua passione erotica, sarebbe una farsa che fa comodo alle istituzioni normative se così spesso non fosse tragedia (raramente cruentemente visibile).
Non pensabile che la donna che ha ucciso le sue figlie, uccidendo preventivamente in loro la sposa che lei è stata, sia arrivata alla sua folle decisione motivata dal solo dolore che il marito fedifrago le ha procurato abbandonandola. Un uomo non basta da sé a distruggere la fiducia della donna nella sua passione in modo così totale, irreparabile. Medea rappresenta il dolore di tutte le donne, la sfiducia nel destino del loro amore che si propaga attraverso le generazioni finché non diventa frana, catastrofe.
 
 
 

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Commenti

La passione per Giasone, in Medea era totale e antica. Per potere amare Giasone, Medea aveva tradito la sua famiglia e causato la morte di un amato fratello (a memoria, che si indebolisce). Nell'atto che compie di fronte al tradimento di Giasone riaffiora tutto questo viluppo tragico, di cui Medea è la vittima più dolorosa. Un viluppo in cui colpa e vergogna si intrecciano a segnare una piega della vita che fin dall'inizio non meritava lo svolgersi dato, causato dagli atti di Medea. E' vero! L'amore delle donne è radicale e pronto a qualsiasi sacrificio. Ma gli uomini devono sapere riconoscerlo, onorarlo, restituirlo con la dovuta dignità. Poi si può ragionare!


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