GALASSIA FREUD
Materiali sulla psicoanalisi apparsi sui media
di Luca Ribolini

Giugno 2015 II - Casi di scuola

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20 giugno, 2015 - 20:49
di Luca Ribolini
ROBERTA MAZZANTI, ‘SOTTO LA PELLE DELL’ORSA’. Un intimo memoir sull’eredità materna e il dono effimero della bellezza
di Michele Lupo, panorama.it, 7 giugno 2015
 
“Non possiamo fingere di abitare comode nella bellezza, noi donne”. Sotto la pelle dell’orsa di Roberta Mazzanti aggiunge un tassello alla biografia di una generazione che sta lentamente imparando a raccontarsi, con il suo carico di affetti e bilanci, promesse e contraddizioni, illusioni e disillusioni: le ragazze del boom, nate a metà del secolo scorso. Dopo anni di analisi, saggi, testimonianze, film e romanzi centrati sulla figura paterna, la madre è tornata recentemente al centro dell’attenzione grazie fra l’altro a due opere mainstream: il film Mia madre di Nanni Moretti, capolavoro di identificazioni proiettive e delicata introspezione; e il saggio di Massimo Recalcati Le mani della madre. Desiderio, Fantasmi ed eredità del materno, in cui lo psicanalista e bestsellerista di matrice lacaniana interroga il mistero della maternità alla luce del declino della sua rappresentazione patriarcale.
 
Segue qui:
http://www.panorama.it/cultura/libri/roberta-mazzanti-sotto-la-pelle-dellorsa/

RECALCATI E LE MADRI: “LE LORO MANI CI SALVANO DAL VUOTO, IL LORO SORRISO CI APRE AL MONDO”. Lo psicanalista protagonista dell’assolo di RepIdee a Genova sulla figura della madre tra sfaccettature, contraddizioni, sensazioni e paure. “La maternità è un’esperienza complessa, fisica ed emotiva. Ma solo nella madre possiamo trovare la salvezza dal senso di vuoto” 
di Piera Matteucci, repubblica.it, 7 giugno 2015

Le mani di una madre che tiene, per un tempo infinito, trattenendolo dal precipitare nel vuoto, le mani del suo bambino. È un’immagine di uno sceneggiato, guardato in tv all’età di 6 anni nel tinello del negozio di fiori del padre, e rimasta sepolta nella memoria per più di 50 anni, ad aver dato il via all’ultimo libro dello psicanalista Massimo Recalcati. “Dopo essermi occupato a lungo della paternità – spiega Recalcati davanti alla platea gremita del Teatro Carlo felice di Genova, a Repubblica delle Idee -, le tante donne che mi hanno chiesto quando avrei affrontato anche il rapporto madre-figlio, mi hanno spinto a trattare il tema dell’eredità materna. Un’eredità ricca di luci ed ombre”.
 
Segue qui:
http://www.repubblica.it/la-repubblica-delle-idee/genova2015/assolo/2015/06/07/news/recalcati_a_repubblica_delle_idee_il_volto_della_madre_luci_e_ombre_di_un_dono_-116298128 

LA SCUOLA È IMPOSSIBILE, MA PROF E STUDENTI NON FATEVI RUBARE LA MENTE. PREDICA (INUTILE) SULL’IMPARARE NEL NEW WORLD. Il bravo Ferroni e il desolante erotismo docente di Recalcati 
di Alfonso Belardinelli, ilfoglio.it, 7 giugno 2015

Ho letto il libro di Giulio Ferroni “La scuola impossibile” (Salerno Editrice, 123 pp., 9,90 euro) e sono d’accordo con tutte le sue valutazioni, escluso l’apprezzamento che Ferroni mostra per il desolante libro di Massimo Recalcati “L’ora di lezione. Per un’erotica dell’insegnamento”, che gli insegnanti (forse bisognosi di eros) si sono buttati a comprare in massa. Sono d’accordo, sono molto più informato sui gomitoli prescrittivi delle riforme (lo ero ben poco) e sono, in conclusione, più allarmato e pessimista di prima. Alla fine e a pensarci bene, un titolo come “La scuola impossibile” è più realistico che provocatorio. La scuola è ormai considerata qualcosa di superato, una realtà noiosa e vecchia, troppo lenta e lontana dall’audace, intrepido New World che ci aspetta e che è già fra noi. I nuovi riformatori (non parlo di un governo o di un altro, né di questo o di quel ministro) hanno ben ferma nella testa soprattutto una cosa: la scuola ogni tanto bisogna fare finta di riformarla, ma non ci si crede. Non ci si crederà finché non sarà trasformata in un perfetto luogo di lavoro e di svago nello stesso tempo. Un posto indistinguibile dal mondo così com’è.
Dunque, tutto ciò che è reale è razionale. Il cambiamento dell’intera società non solo ha delle innegabili ragioni o cause, ma queste e il loro risultato vanno sempre prese come cosa buona: e quindi una scuola buona vuol dire adeguazione a quanto c’è fuori dalla scuola. Detto ancora più semplicemente: è meglio che dentro la scuola ci sia, “tel quel”, tutto il fuori, mercato, tecnologia, svago. Dopo mezzo secolo che sento parlare di riforme della scuola, ho smesso di essere un credente (nelle riforme) ma ho anche smesso di essere un serio e informato critico (di questa o quella riforma). Tendo ahimè a vedere il trend epocale (dovrei dire tendenza) e questo parla chiaro. Se c’è una cosa in cui potrei credere sono gli studenti e gli insegnanti, perché la faccenda è seriamente, praticamente, quotidianamente nelle loro mani: sarebbe un bene per tutti, loro compresi, loro per primi, se loro per primi si rendessero conto che è proprio così: sono i protagonisti.
 
Segue qui:
http://www.ilfoglio.it/cultura/2015/06/07/scuola-impossibile-prof-e-studenti-non-fatevi-rubare-la-mente___1-v-129551-rubriche_c787.htm

AGLI INSEGNANTI DICO: LA RIFORMA NON SERVE A VOI  
di Giorgia Perra, Umberto Galimberti, d.repubblica.it, 6 giugno 2015

Nel silenzio generale degli intellettuali, le chiedo di prendere posizione su questa prossima riforma della scuola, che prevede la precarizzazione a vita di tutto il corpo docente, scelto in base all’arbitrio del dirigente scolastico, il quale disporrà di tutto il materiale umano a sua disposizione. Sono indignata per il silenzio che sento intorno alla questione, non solo da parte dell’opinione pubblica, ma soprattutto da parte degli intellettuali. Giorgia Perra, perra.giorgia@gmail.com
Temo di dover perdere la grande stima che mi dichiara nella prima parte della sua lettera che tralascio di pubblicare, ma se proprio vuole conoscere il mio parere sulla riforma della scuola oggi al centro delle polemiche, inviterei lei e quanti la contestano a considerare il problema dalla parte degli studenti, invece che dalla parte degli insegnanti. Infatti, a parte le scuole elementari che, rispetto a quando le frequentavo io, hanno fatto progressi davvero significativi (al punto da collocarsi al sesto posto nella classifica globale, come ho appreso in un congresso internazionale sull’istruzione nel mondo), le scuole medie e le superiori soffrono per la carenza di insegnanti all’altezza del loro compito, al punto che io considero fortunati quegli studenti che nella loro classe, su nove o dieci professori, ne trovano almeno uno o due che siano dei veri “maestri”.
Chiamo “maestro” chi conosce la sua materia, la sa comunicare e ha la capacità di appassionare gli studenti alla cultura, per quella dote personale che non si può “imparare”, ma si possiede “per natura”, fatta di una autorevolezza che gli studenti riconoscono e di una autentica vocazione e dedizione al compito educativo. “Educare” infatti non è solo “istruire”, ossia trasmettere conoscenze, ma far presa sull’emotività degli studenti che, se non entra in gioco, preclude l’apertura della mente. Del resto, già Platone segnalava che si apprende per “via erotica”. E tutti noi abbiamo studiato volentieri le materie insegnate da professori che ci affascinavano.
 
Segue qui: 
http://d.repubblica.it/dmemory/2015/06/06/lettere/rispondeumbertogalimberti/122lette20150606691220122.html
 

RIFORMA DELLA SCUOLA: LA VERA POSTA IN GIOCO 
di Luca Illetterati, minimaetmoralia.it, 8 giugno 2016

A leggere e ad ascoltare molti dei discorsi chi si fanno sui giornali e in televisione sulla riforma della scuola l’impressione è che perlopiù non ci si accorga o non ci si voglia davvero accorgere di ciò che è in gioco dentro a questo scontro che vede contrapposti da una parte il governo, con in prima fila il premier, la parte maggioritaria del Pd (gli altri partiti della coalizione e i partiti dell’opposizione si limitano a guardare) e dall’altra gli insegnanti; quasi tutti, finora. C’è addirittura chi pensa (e ovviamente c’è chi vuol fare pensare) che si tratti semplicemente di una partita corporativa. Come se gli insegnanti fossero lì a protestare in difesa di rendite di posizione, peraltro difficili anche solo da immaginare per chiunque abbia davvero lavorato qualche giorno dentro una scuola. O che si tratti comunque di una sacca di resistenza di arcigna conservazione ipersindacale rispetto a una necessaria e urgente modernizzazione che non può più attendere. Una semplificazione che a volte tocca dei picchi formidabili e degni forse di qualche considerazione.
La signora Giorgia Perra è un’insegnante, probabilmente; sicuramente è una lettrice di Repubblica e soprattutto della rubrica che da molti anni Umberto Galimberti tiene sull’ultima pagina di D, il magazine settimanale che esce il sabato insieme al giornale. La signora Perri ha molta stima di Galimberti, lo legge con passione, trova i suoi commenti e le sue risposte alle lettere delle lettrici e dei lettori argute e intelligenti. Così, piena di fiducia ed entusiasmo, decide di scrivergli, indignata per il silenzio che l’opinione pubblica in generale, ma soprattutto gli intellettuali – categoria, se così si può dire, alla quale Galimberti appartiene – stanno dedicando alla questione della riforma della scuola che è in questi giorni in approvazione in Parlamento (già approvata alla Camera e ora in discussione al Senato). Una riforma che alla signora Perra provoca profonda indignazione e sconcerto. Galimberti risponde; ma con il coraggio di chi non teme l’impopolarità, dichiara subito la sua avversità alle contestazioni degli insegnanti e con l’argomento di voler mettere al centro gli studenti piuttosto che i professori (i quali evidentemente, nell’opinione di Galimberti, dei loro studenti se ne fregano) spiega perché queste proteste gli facciano venire l’orticaria e conseguentemente perché sia disposto dunque a spendere una parola a favore della riforma.
 
Segue qui:
http://www.minimaetmoralia.it/wp/riforma-della-scuola-la-vera-posta-in-gioco/
 

VIOLENZA SULLE DONNE: COME INTERPRETARE I DATI ISTAT. Pochi giorni fa una ricerca dell’Istituto nazionale di statistica ha rivelato che quasi un terzo delle donne nel nostro Paese ha subìto violenza fisica o sessuale. Abbiamo intervistato alcune esperte per capire cosa si nasconde dietro questo dato 
di Sara Ficocelli, d.repubblica.it, 8 giugno 2015

Secondo una ricerca del dipartimento pari opportunità e dell’Istituto nazionale di statistica (Istat: clicca qui), uscita il 5 giugno e relativa al quinquennio 2009/2014, il 31,5 per cento delle donne italiane fra i 16 e i 70 anni ha subìto violenza fisica o sessuale almeno una volta nel corso della vita. Si tratta di circa 6 milioni e 788mila persone, una donna su tre: un dato impressionante ma meno grave di quello registrato nel quinquennio precedente (erano state condotte rilevazioni su molestie e violenze sessuali già nel 1997 e poi nel 2002 nell’ambito dell’indagine Multiscopo sulla sicurezza dei cittadini), quando la percentuale di donne maltrattate era di due punti superiore. Per Titti Carrano, presidente dell’associazione Di.Re – Donne in rete contro la violenza (www.direcontrolaviolenza.it), i dati confermano che il fenomeno resta diffuso, trasversale e grave: “La diminuzione riguarda in particolare le giovani donne con un livello di scolarizzazione medio alto. Ma il dato di chi si rivolge ai centri è ancora basso (il 4,9 per cento), sebbene sia raddoppiato rispetto al quinquennio precedente. Questo significa che il lavoro di sensibilizzazione e formazione svolto dai centri antiviolenza ha innescato un primo cambiamento. Leggendo questi dati, è stupefacente che il Governo, invece di riconoscere che questi primi risultati sono anche dovuti all’azione e al metodo dei centri, abbia varato un piano d’azione che non attribuisce loro il ruolo fondamentale di motore di cambiamento e di trasformazione di un impianto culturale che ancora genera e giustifica la violenza maschile contro le donne”.
 
Segue qui:
http://d.repubblica.it/attualita/2015/06/05/news/femminicidio_dati_istat_italia_violenza_sulle_donne-2639792/

CONTRO RECALCATI. Si stava meglio quando c’era Alberoni. I padri saranno anche evaporati, ma il Sorrentino della psicoanalisi è ovunque 
di Andrea Minuz, rivistastudio.com, 9 giugno 2015
 

Non si può parlare dell’ultimo libro di Massimo Recalcati senza interrogarsi sull’ascesa di Massimo Recalcati. Quindi facciamo qualche passo indietro e confessiamolo subito: quando c’era Alberoni era tutto più semplice. I confini erano chiari, netti, giusti. Introiettata la differenza tra innamoramento e amore, guardavamo con distacco le raffiche di best seller con copertine rosa e titoloni in baskerville giallo: Ti AmoIl grande amore erotico che duraLeader e masseLe sorgenti dei sogni. La cosa non ci riguardava. Nulla che non fosse due dita sotto la complessità dell’ultimo Battisti. Al massimo, buttavamo un occhio sui corsivi del Corriere dove, alle soglie di Tinder, Alberoni scriveva «fare all’amore». Alberoni ci spiegava il carisma, l’indebolimento del Super-Io, il capo d’azienda, l’uomo cacciatore, la donna che fa il nido, la crisi dei valori e «le miserie degli accoppiamenti nelle orge dei rave party». Nei suoi articoli, nelle conferenze o nelle interviste su Grazia non avrebbe mai ceduto a parole come «forcluso», «fagocitante», «ieratico», tantomeno al «balbettio monologante della lalangue».
Quando c’era Alberoni, i tomi dei seminari di Lacan erano lì dove dovevano essere, nello scaffale più inaccessibile e forcluso della nostra libreria. Poi è arrivato Recalcati. Le copertine non sono più rosa, né fucsia. Titoli ieratici e sottotitoli minacciosi chiamano in causa l’«inesauribile capacità del mito di offrire spunti di riflessione», la «filiazione simbolica», «l’Altro», l’Oltre e l’Ultra. Per un’erotica dell’insegnamento, Alberoni non l’avrebbe mai scritto neanche in coppia con Roberto Gervaso (l’insegnamento erotico o l’erotismo dell’insegnamento, ma «un’erotica» no). E poi non ce n’era bisogno. Dalle quarte di copertina, un cranio lucido da severo professore universitario evocava librerie in noce, ma anche penombre da boudoir, performance postdannunziane, congressi del Psi. Ora c’è il giubbotto da pischello con barba di tre giorni di Recalcati, che, come scriveva Guido Vitiello sul Foglio, fa un po’ Foscolo e un po’ Fonzie. Le maestre non indossano più il golfino e lettrici-forti iscritte a Meetic sognano un invito a cena con fraseologia lacaniana («questo Sauvignon non ha inconscio», «sarà colpa dei vitigni eterodiretti della California»).
 
Segue qui:
http://www.rivistastudio.com/standard/il-sorrentino-della-psicanalisi/
 

LE 10 TEORIE SUI TUOI FILM PREFERITI (CHE NON TE LI FARANNO PIÙ VEDERE ALLO STESSO MODO)

di Redazione, giornalettismo.com, 9 giugno 2015
Quotidianamente appaiono sul web nuove teorie che riguardano i nostri film preferiti: perché proprio il nostro personaggio preferito è morto? Ma vive nella realtà o è tutto frutto della sua immaginazione? La maggior parte di queste teorie hanno ben poca rilevanza ma fortunatamente, come suggerisce Listverse, alcune possono risultare molto interessanti, addirittura determinanti per dare un nuovo significato al film. Scoprile tutte:
 
IL GRANDE LEBOWSKI” SI BASA SUI TAROCCHI Il film, rilasciato nel 1997 con la regia dei fratelli Coen e considerato inizialmente una totale delusione, è visto oggi come un capolavoro. Molte sono state le teorie che si sono susseguite riguardo questa produzione, dal fatto che fosse un sequel di “Alice nel paese delle Meraviglie” fino all’affermazione che fosse una premonizione dell’11 settembre, ma, secondo la teoria più accreditata, il film sarebbe interamente basato sui tarocchi. L’eroe del film, infatti, Drugo, non sarebbe altro che “il Matto”, un personaggio insieme goffo e capace, a cui capitano avvenimenti fuori dal suo controllo, proprio come succede nel film al protagonista interpretato da Jeff Bridges. Altri parallelismi sono rintracciabili nel personaggio del veterano Walter, “la Giustizia”, in quello di Donny, “le Stelle”, del Grande Lebowski, “l’Imperatore”, del pornografo Jackie Treehorn, “il Diavolo”.
 
“RICOMINCIO DA CAPO” È LA METAFORA DI UNA SEDUTA DI PSICOANALISI Uscito nel 1993, questo film tratta la storia di un uomo che è obbligato a rivivere continuamente lo stesso giorno ed è una produzione da sempre molto apprezzata sia per la sua natura oscura, sia per la presenza di Bill Murray. Secondo diversi esperti, questo capolavoro potrebbe essere visto come una metafora per la psicoanalisi. Uno degli obiettivi principali di tale disciplina, infatti, è di aiutare il paziente a riconoscere i propri atteggiamenti negativi ripetitivi e di portarlo a superarli, proprio come succede in tale film. Il protagonista è forzato a rivivere lo stesso giorno finché non riesce a cambiare il modo in cui reagisce a determinati avvenimenti e solo allora è libero dalla sua prigionia. Teoricamente il protagonista, interpretato da Murray, viene intrappolato dal suo narcisismo, che comunque scomparirà al termine del film e ciò gli permetterà di tornare a vivere normalmente. 


Segue qui:

http://www.giornalettismo.com/archives/1830559/film-famosi-teorie/

IL VOLO DEL CONDOR
di Umberto Silva, ilfoglio.it, 10 giugno 2015

Ho ammirato Mikhail Borisoviã Khodorkovsky quando stava rinchiuso nella prigione siberiana immerso in una neve antica, il volto da eroe russo ribelle al potere e tuttavia compassionevole, gli occhi del dottor Zivago che sorridenti accolgono il destino. Nella cella d’isolamento si sentiva in armonia con l’universo. La galera, la dostoevskiana Casa dei morti condivisa con gente di ogni risma, riuscì a trasformare in angelo il più avido dei magnati: invece di bestemmiare Dio per la mala sorte, Mikhail serenamente Lo ringraziò di avergli tolto tutto dandogli la possibilità di diventare santo. Ora, nel rifugio zurighese, ogni qualvolta apre bocca per parlare della Russia una grande attenzione si concentra su di lui, cacciato dalla polis che al colmo del suo successo egli cominciò ad amare. Sarà Khodorkovsky l’uomo che porterà la giustizia in una terra che mai l’ha conosciuta?
Khodorkovsky frequentava Putin dai primi anni Novanta, era stato suo collaboratore finanziario, insieme avevano fatto progetti, sicuramente lo Zar ne aveva agevolato l’ascesa, sicuramente avevano bevuto insieme molte vodke, sbeffeggiando gli ossequiosi burocrati, ammiccando alle ragazze. 
Segue qui:

http://www.ilfoglio.it/la-politica-sul-lettino/2015/06/10/il-volo-del-condor___1-vr-129658-rubriche_c130.htm

DOVE SBAGLIANO SERRA E BISIO 


di Salvatore Abbruzzese, ilsussidiario.net, 11 giugno 2015
L’assenza del padre, intesa come mancato esercizio di una funzione che spesso degenera in una sostanziale assenza è, da qualche tempo, tra i fenomeni emergenti all’interno della società contemporanea. Il contesto sociale non ne è responsabile, ma contribuisce comunque a creare lo scenario delle opportunità. Dinanzi alla leadership di un Io onnipresente e insofferente, nel primato dell’autoreferenzialità di ciascuno, la guida paterna sembra girare a vuoto. Abituati per secoli a trasmettere eredità materiali e principi morali i padri, sempre più privi delle prime, si sentono sempre meno autorevoli nel trasmettere i secondi. Dinanzi a questo quadro non manca chi, come Michele Serra e Claudio Bisio – due testimoni esemplari della cultura diffusa dominante – se ne fanno una ragione e si congedano felicemente da una figura e da un ruolo percepiti come ingombranti e, soprattutto, rivelatisi poco credibili e in ultima analisi inefficaci. Le tesi di Serra e Bisio (si veda il loro dialogo nell’ultima edizione di Repubblica delle idee) non sono affatto peregrine e sono ampiamente condivise. Il terreno della sconfitta sembra essere quello dei comportamenti e dei principi che dovrebbero sostenerli.
 
Segue qui:
http://www.ilsussidiario.net/News/Editoriale/2015/6/11/Dove-sbagliano-Serra-e-Bisio/616227/
 

TUTTO IL MALE VIENE PER NUOCERE. Parleremo quest’oggi de ‘L’istituto per la regolazione degli orologi’ dello scrittore turco Ahmet Hamdi Tanpinar, un romanzo la cui forza principale risiede nella bellezza della fotografia che riesce a fare della porzione di storia in cui nasce 
di Nicolò Di Girolamo, europinione.it, 11 giugno 2015

Memore della lezione di Hemingway (‘Ma non provate, – chiese Macomber, – un senso di felicità per l’imminenza dell’azione? – Si, – disse Wilson. – è vero. Non ne parlate troppo però. Non bisogna. Non c’è piacere nelle cose se ne si parla troppo’), sino ad oggi avevo mantenuto le distanze, tuttavia sapevo di non poter resistere a lungo. Oggi approdiamo al territorio cui la rubrica aveva sempre mirato, ovvero alla letteratura del novecento. Cosa ci può essere di più interessante della voce di grandi scrittori nati in un’epoca che, straziata da tante disgrazie, non è stata altro che il più grande esperimento sociale a cielo aperto? Non è infatti un segreto che le trincee e i campi di concentramento siano stati l’avverarsi – nel loro dramma – del “sogno” impronunciabile di ogni sociologo. La psicanalisi moderna è inoltre nata solo grazie a queste e simili agghiaccianti esperienze. Ma se per leggere un saggio di Freud bisogna avere una folta pelliccia sullo stomaco ed essersi svegliati di ottimo umore, quello che sorprende della grande letteratura di questo periodo è la leggerezza, la profonda umanità, la densa coltre di passioni di cui sono composti, in diversa misura, tutti i suoi capolavori.
 
Segue qui:
http://www.europinione.it/tutto-il-male-viene-per-nuocere/

RECALCATI A REPIDEE 2015

da youtube, 7 giugno 2015
Durante la manifestazione RepIdee 2015 tenutasi a Genova nei giorni 4-7 giugno 2015 Massimo Recalcati ha tenuto una conferenza al Teatro Carlo Felice di cui proponiamo tre estratti (fonte: psychiatryonline.it).

I più recenti pezzi apparsi sui quotidiani di Massimo Recalcati e Sarantis Thanopulos sono disponibili su questo sito rispettivamente ai link:
 
http://www.psychiatryonline.it/rubrica/4545
 
http://www.psychiatryonline.it/rubrica/4788 

Da segnalare le seguenti rubriche:
"Laicamente, Dialoghi su psichiatria, arte e cultura" di Simona Maggiorelli, al link 

http://www.psychiatryonline.it/rubrica/5673

"Mente ad arte, percorsi artistici di psicopatologia nel cinema ed oltre, di Matteo Balestrieri al link

http://www.psychiatryonline.it/rubrica/4682

(Fonte dei pezzi della rubrica: http://rassegnaflp.wordpress.com

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